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Coronavirus: Israele reintroduce lockdown in zone rosse

Gli ortodossi ebraici sono tra i più colpiti dai contagi. Keystone/AP/ODED BALILTY sda-ats

(Keystone-ATS) Il gabinetto israeliano sul coronavirus, a fronte dei nuovi picchi di infezioni (ieri oltre 3’000), ha deciso di reintrodurre il lockdown da lunedì prossimo per le città o aree definite “rosse” a causa dell’alto tasso di contagio.

Il ministero della sanità deciderà domenica quali saranno queste città o aree in coordinamento con il ministero della pubblica sicurezza e la polizia israeliana. Attualmente sono circa 30 le zone o città già definite “rosse”. Il premier Benyamin Netanyahu ha chiesto a “tutti i cittadini la massima collaborazione”.

Il capo del Comitato coronavirus Ronni Gamzu – sostenitore della reintroduzione del lockdown locale – ha detto che saranno necessarie “più restrizioni” nelle città “rosse” e che maggiori risorse dovranno essere investite nelle stesse. Gamzu ha spiegato che la designazione delle città “rosse” non è “un marchio di Caino”. “Ci sono posti in cui vogliamo aumentare il nostro coinvolgimento per aiutare quelle popolazioni – ha detto – ad uscire dal ciclo della morbilità”.

Contro Gamzu e le decisioni del Gabinetto si è scagliato l’attuale ministro delle infrastrutture, il religioso Yaacov Litzman, ex contestato ministro della sanità. Litzman, che è del partito ortodosso “Torah unita”, si è detto contrario ai provvedimenti che portano a lockdown durante le imminenti festività ebraiche e alla chiusura delle sinagoghe per Rosh Hashanah (Capodanno), Yom Kippur e Sukkot (Festa delle Capanne) che “non permetteremo in nessun modo”.

Nelle attuali 30 zone rosse ci sono ad esempio la cittadina ortodossa di Bnei Brak ed anche alcuni quartieri di religiosi di Gerusalemme. Litzman ha definito le decisioni una sorta di “punizione collettiva”.

Va detto che la maggioranza delle odierne zone rosse è composta da cittadine a prevalenza araba, Nazareth compresa. Secondo i dati del ministero della sanità le fasce di popolazione più colpite dai contagi sono, nell’ordine, quella araba e quella religiosa ortodossa ebraica.

Una scienziata israeliana, l’epidemiologa Ora Paltiel dell’Università Hadassah di Gerusalemme, ha avvertito in una chat con giornalisti che “molti paesi avrebbero già iniziato lockdown con questo tipo di numeri di contagio”. Paltiel ha ammonito poi sulle ricadute che i picchi di contagio possano avere sulle strutture ospedaliere già in affanno.

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