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Coronavirus: manifestazioni, Cantoni esigono criteri uniformi

Il presidente della CDS Lukas Engelberger, qui con il consigliere federale Alain Berset, avrebbe voluto che il divieto fosse mantenuto almeno fino alla fine dell'anno KEYSTONE/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) Non si è fatta attendere la reazione della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS) alla decisione del Consiglio federale di consentire nuovamente grandi manifestazioni con più di 1’000 partecipanti a partire dal primo ottobre.

I Cantoni chiedono che la nuova regolamentazione venga attuata in modo uniforme in tutta la Svizzera.

In una nota odierna, la CDS esige in particolare “criteri di autorizzazione efficaci” su scala nazionale. Durante l’audizione dei Cantoni, “la maggioranza si era pronunciata in favore di un prolungamento del divieto delle manifestazioni con oltre 1’000 persone fino alla fine dell’anno, visto che la situazione epidemiologica rimane instabile”, si legge nel comunicato.

Dopo la decisione odierna del Consiglio federale, “occorre elaborare criteri il più possibile uniformi, in particolare piani di protezione convincenti, e iscriverli nell’ordinanza speciale Covid-19”, scrive ancora la CDS.

I settori dello sport e della cultura, in seria difficoltà per la pandemia, si sono ovviamente pronunciati in favore di una revoca o di un allentamento delle restrizioni legate alle manifestazioni. Tuttavia la CDS mette in guardia tali settori: “le misure che dovrebbero essere prese in caso di forte aumento del numero di casi positivi si ripercuoterebbero nuovamente sull’intera economia”.

In seguito all’allentamento deciso oggi dal governo, gli organizzatori dovranno assumersi la loro parte di responsabilità, affinché non si giunga a nuove restrizioni, scrive la CDS. Il suo presidente Lukas Engelberger, citato nella nota, precisa infatti che il buon esito degli allentamenti “dipenderà ampiamente dalle associazioni sportive e culturali nonché dagli organizzatori” dei grandi eventi.

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