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Coronavirus: massimo assembramenti di 100 persone, task force

Martin Ackermann dirige da ieri l'unità speciale per il coronavirus della Confederazione. KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) In Svizzera il numero di partecipanti a eventi pubblici andrebbe limitato a un massimo di 100.

Lo sostiene il nuovo capo della Task force Covid-19 della Confederazione, facendo notare che i nuovi casi di contagio da coronavirus seguono una curva che si avvicina a una crescita esponenziale. È dunque necessario intervenire al più presto, afferma Martin Ackermann in un’intervista pubblicata oggi dalla SonntagsZeitung.

Una crescita esponenziale deve essere assolutamente evitata, altrimenti si profilano nuove drastiche e costose restrizioni alle libertà individuali e all’economia. Per Ackermann, ulteriori allentamenti, come l’approvazione di grandi eventi, sono inimmaginabili.

Ciò che rende la situazione attuale complicata è il fatto che, malgrado il tema del coronavirus sia onnipresente, molte persone non conoscono personalmente nessuno che sia stato contagiato.

Quanto più il numero di casi è mantenuto “relativamente basso”, tanto più la gente è tentata di ridurre le misure di prevenzione. Secondo Ackermann, le autorità devono quindi comunicare più intensamente e chiarire che il virus è ancora in circolazione.

Alcune regioni potrebbero presto raggiungere il loro limite nella capacità di ricerca di contatti. Se ciò dovesse accadere, sarebbero necessarie ulteriori restrizioni generali. Finora, tuttavia, la strategia di contenimento con il tracciamento dei contatti funziona ancora, afferma lo specialista.

Ackermann dirige la task force da ieri, sostituendo Matthias Egger. La Confederazione ha costituito l’unità alla fine di marzo: vi siedono ricercatori di tutto il Paese. Il suo compito è quello di fornire consulenza al Consiglio federale e alle autorità cantonali competenti. Ha più volte formulato raccomandazioni al pubblico.

L’epidemiologo bernese Egger si è fatto conoscere per la libertà di tono che si è concesso criticando le decisioni di allentamento del semiconfinamento da parte del Consiglio federale. Questi dissapori lo hanno del resto indotto a lasciare la guida del gruppo di esperti, con effetto al 31 luglio. Rimane comunque membro dell’unità.

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