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Coronavirus: meno smog in diverse città del mondo, tranne Roma

A Roma lo smog rilevato quest'anno è superiore a quello del periodo in esame lo scorso anno (foto d'archivio) KEYSTONE/EPA/RICCARDO ANTIMIANI sda-ats

(Keystone-ATS) Le misure di lockdown hanno fatto calare l’inquinamento da polveri sottili in diverse metropoli nel mondo, mentre a Roma l’effetto sembra essere stato contrario con un aumento del 30%.

Lo afferma un rapporto della compagnia specializzata IQAir, che ha messo a confronto i livelli di dieci città confrontandoli con quelli dello stesso periodo dell’anno scorso. Ma il dato italiano, secondo Riccardo De Lauretis, responsabile dell’inventario nazionale emissioni dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), potrebbe essere collegato a particolari condizioni di quei giorni legati anche alla situazione meteo.

Nello studio è stato preso in esame un periodo di tre settimane, scelto in base all’entrata in vigore delle norme nel paese, per Delhi, Los Angeles, Londra, Madrid, Mumbai, San Paolo, Wuhan, Seul, New York e Roma. Per Wuhan ad esempio è stato scelto il periodo dal 3 al 24 febbraio, mentre per Roma dal 9 al 30 marzo. “Nove città su dieci hanno visto una riduzione del livello delle pm 2.5”, scrivono gli autori. “Le città con i livelli storicamente più alti hanno visto i cali maggiori, tra cui Delhi (-60%), Seul (-54%) e Wuhan (-44%)”.

Per quanto riguarda città invece meno inquinate, come Londra o Roma, l’effetto è molto minore. Per la capitale inglese il calcolo del valore medio sul periodo considerato ha visto un -9%, mentre per Roma addirittura un aumento del 30%, che gli autori attribuiscono al fatto che nella capitale c’è un forte contributo all’inquinamento dei riscaldamenti domestici, che sono stati probabilmente usati di più durante il lockdown, e alla presenza di fenomeni atmosferici che concentrano le polveri.

“L’effetto di un blocco come quello dovuto al lockdown è molto più facilmente misurabile in città molto inquinate, si pensi a Delhi che oltretutto non ha un contributo dal riscaldamento, piuttosto che a Roma dove i valori mediamente sono bassi – commenta Riccardo De Lauretis, esperto dell’Ispra -. Inoltre noi abbiamo visto proprio a fine marzo l’arrivo di polveri dal mar Caspio, che hanno alzato moltissimo i valori. Ad influire sulle polveri poi ci sono anche altri fattori, dal meteo all’umidità”.

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