Corte Ue boccia turismo del Welfare, plauso di Cameron
Da oggi il premier britannico David Cameron ha una carta in più da giocare nella sua partita contro il cosiddetto "turismo del welfare": è la sentenza della Corte di Giustizia Ue secondo cui i cittadini dell'Unione disoccupati e non alla ricerca di un lavoro che si recano in un altro Stato membro con l'unico fine di beneficiare di un aiuto sociale "possono essere esclusi da alcune prestazioni sociali di base".
Tant'è che il leader conservatore ha accolto con grande soddisfazione la notizia della decisione dei giudici di Lussemburgo, parlando di "buonsenso" e di "passo nella giusta direzione". Del resto è da mesi che, incalzato dagli euroscettici dell'Ukip di Nigel Farage, l'inquilino di Downing street ha fatto del tema un cavallo di battaglia, sbattendo più volte i pugni sul tavolo anche ai vertici dei leader a Bruxelles, con la richiesta di regole più stringenti.
Un tema così caldo nel Regno Unito da spingere il premier Tory ad includere una revisione delle regole sull'argomento tra i sette punti che intende negoziare con l'Europa nel cosiddetto "rimpatrio" dei poteri, per evitare l'uscita del suo Paese dall'Unione.
A battersi sul terreno, a fianco del Regno Unito, seppure in maniera più soft, anche Olanda, Austria e Germania, che con la Gran Bretagna nell'aprile 2013 avevano scritto una lettera alla Commissione.
Rivolgendosi alle allora responsabili europee di Affari interni e Giustizia, Cecilia Malmstrom e Viviane Reding, i ministri dell'Interno dei quattro Stati avevano chiesto sanzioni legali e finanziarie "efficaci" contro chi abusa della libertà di movimento e pesa in maniera indebita sul welfare dei Paesi più ricchi. E i timori si erano rafforzati di fronte alla libertà di circolazione in tutta l'Unione, anche per bulgari e romeni, col primo gennaio 2014.
Di fatto la sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Ue riguarda il caso di una cittadina rumena e di suo figlio che vivono dalla sorella di lei in Germania e che si sono visti negare le prestazioni dell'assicurazione sanitaria di base perché senza reddito e non alla ricerca di un lavoro.
Di fronte alla decisione, reazioni positive arrivano anche dalla Germania (i cristiano-democratici di Angela Merkel plaudono) e dall'Europarlamento. "La sentenza della Corte ha confermato che i controlli messi in campo dal sistema sociale tedesco stanno funzionando.
La sentenza toglie vento alle vele degli euroscettici e dei populisti. Il presunto attacco ai sistemi di welfare europei è un'accusa infondata", affermano le portavoci dei socialisti europei per gli Affari sociali Jutta Steinruck e per le Libertà civili Birgit Sippel.
"Questa sentenza è un duro colpo a quelli che suggeriscono che le regole sulla libera circolazione nell'Ue devono essere drasticamente ridotte", afferma Sophie In't Veld, primo vice presidente dell'Alde.