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Costa d’Avorio: “braccio destro” Gbagbo davanti a Cpi

(Keystone-ATS) L’ivoriano Charles Blé Goudé, braccio destro dell’ex presidente Laurent Gbagbo, è comparso oggi davanti ai giudici della Corte penale internazionale che dovranno stabilire se processarlo o meno per omicidio, stupro e altri crimini contro l’umanità. Secondo l’accusa, l’ex capo dei “Giovani patrioti”, un movimento pro-Gbagbo estremamente violento, s’è macchiato di gravissimi fatti di violenza durante la crisi post-elettorale, tra il dicembre del 2010 e l’aprile 2011 in Costa d’Avorio, mesi durante i quali sono state uccise più di 3.000 persone.

Nell’udienza di oggi, il procuratore Fatou Bensouda tenterà di convincere i giudici che le prove che ha raccolto sono abbastanza forti da giustificare un processo. Charles Blé Goudé interverrà giovedì pomeriggio, quindi i giudici avranno 60 giorni per prendere la loro decisione.

Alla sua prima apparizione davanti alla Corte, a marzo, sorridente, s’era professato innocente dei quattro capi di imputazione di crimini contro l’umanità a suo carico, tra cui omicidio, stupro, persecuzione e altri atti inumani commessi tra il 16 dicembre 2010 e 12 aprile 2011: “se vengo giudicato per quello che ho fatto e non per quello che sono, non posso che dichiararmi innocente!”, ha detto all’epoca, facendo eco alle accuse girate in Costa d’Avorio secondo cui Tribunale sta portando avanti una sorta di “giustizia dei vincitori”.

Charles Blé Goudé, 42 anni, è stato arrestato nel gennaio del 2013 in Ghana dopo più di un anno e mezzo in fuga ed estradato il giorno successivo in Costa d’Avorio, prima di essere trasferito all’Aja nel marzo scorso.

Intanto sempre oggi il Tribunale penale internazionale per il Ruanda ha confermato in appello l’ergastolo contro i due capi del partito al potere in Ruanda al momento del genocidio dei Tutsi nel 1994, Matthieu Ngirumpatse ed Édouard Karemera. I due erano stati condannati in primo grado nel dicembre 2011 per genocidio e crimini di guerra. La sentenza odierna è stata emessa ad Arusha, in Tanzania, dove ha sede il Tribunale internazionale.

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