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Crack Parmalat: concluse indagini svizzere

(Keystone-ATS) Sono terminate le indagini condotte in Svizzera relative al dissesto del gruppo agroalimentare italiano Parmalat.

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha recuperato in totale oltre 30 milioni di franchi e rinvia a giudizio dinanzi al Tribunale penale federale di Bellinzona un cittadino italiano per riciclaggio di denaro aggravato, ripetuta falsità in documenti e corruzione attiva.

L’uomo, ex alto dirigente della succursale di Milano della banca statunitense Bank of America N.A. e consulente della Parmalat, è accusato di avere riciclato, principalmente in Ticino e nei Grigioni ma anche nel Principato del Liechtenstein, almeno 85 milioni di franchi ai danni del gruppo italiano.

Secondo una nota diramata oggi dal MPC, l’accusato ha utilizzato conti bancari intestati a prestanome e a società di comodo, falsificato documentazione bancaria e corrotto un funzionario della Banca cantonale grigione, che è già stato condannato nel dicembre 2013 dal Tribunale penale federale in una procedura abbreviata anche per riciclaggio di denaro aggravato e corruzione passiva.

Dall’avvio delle indagini ad oggi, altre undici persone con ruoli minori, fra cui due consulenti di banca svizzeri e un fiduciario al tempo dei fatti attivo sulla piazza di Lugano, sono già state condannate definitivamente con decreti d’accusa per reati quali il riciclaggio, la falsità in documenti e il favoreggiamento.

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