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Crescita economica: Credit Suisse conferma a +1% stima 2016

(Keystone-ATS) Credit Suisse lascia invariata all’1,0% la sua previsione di crescita dell’economia svizzera per il 2016, mentre per il prossimo anno viene avanzata la stima di +1,5%. La disoccupazione dovrebbe crescere ulteriormente fino al 3,8%.

Su base pro capite la performance economica è però diminuita nel 2015 e dovrebbe calare anche nel 2016, affermano gli economisti della grande banca.

La Svizzera ha saputo evitare una recessione l’anno scorso, ma l’espansione dello 0,9% resa nota dalla Seco fa apparire il 2015 migliore di quanto non sia effettivamente stato, si legge nella pubblicazione trimestrale “Monitor Svizzera”. Gran parte della crescita si è infatti compiuta infatti prima dello shock dell’apprezzamento del franco: tecnicamente il 2015 si è infatti aperto con un “residuo statistico” ereditato dall’anno precedente di circa 0,9 punti percentuali.

Quest’anno il panorama non cambierà molto: le aziende saranno confrontate con la pressione sui margini e la necessità di ridurre i costi. Il calo degli utili aziendali grava sul comportamento di investimento: di conseguenza, secondo gli economisti di Credit Suisse il tasso di disoccupazione dovrebbe crescere ulteriormente, raggiungendo a fine anno un livello del 3,8%.

Storicamente un simile aumento ha inciso negativamente sulla propensione al consumo delle economie domestiche. I principali motori della crescita dei consumi privati rimarranno pertanto la crescita demografica e l’immigrazione, che dovrebbe tuttavia indebolirsi leggermente: è attesa un’immigrazione netta di 70’000 persone, contro le 73’000 dello scorso anno e le 81’000 del 2014.

Mentre l’economia interna sta quindi perdendo ulteriore slancio, l’export dovrebbe contribuire alla crescita soltanto in misura limitata: gli specialisti di Credit Suisse considerano infatti il franco tuttora sopravvalutato e la ripresa congiunturale all’estero appare piuttosto lenta. Negativo rimarrà il rincaro: il livello dei prezzi dovrebbe scendere per il quinto anno consecutivo, nel 2016 nell’ordine dello 0,5%.

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