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Crisi: UE; sale ipotesi FME, ma da BCE arriva uno stop

(Keystone-ATS) BRUXELLES – Appena varata, l’ipotesi di creare un Fondo monetario europeo (Fme) naviga già in acque agitate. A favore del progetto, appoggiato da Parigi, si è espressa oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel. Ma quasi contemporaneamente è arrivato anche un primo, importante ‘stop’ da parte di Juergen Stark, membro del board della Bce, secondo il quale lo strumento sarebbe in contrasto con le regole Ue.
Bruxelles sta comunque lavorando al progetto con Berlino e Parigi e domani il commissario Ue agli affari economici e finanziari, Olli Rehn, informerà i colleghi dell’esecutivo europeo – riuniti a Strasburgo – sulle discussioni in corso.
La Commissione Ue “é pronta ad avanzare la proposta”, hanno assicurato sia il vicepresidente Antonio Tajani sia il portavoce del commissario Rehn. Proprio Rehn, in un’intervista al Financial Times Deutschland, ha lanciato l’idea dell’Fme, nell’ambito di un pacchetto di misure volte a rafforzare sia il coordinamento delle politiche economiche di Eurolandia sia la sorveglianza sui singoli Stati membri.
Obiettivo: garantire la stabilità dell’unione monetaria ed evitare che si verifichino di nuovo emergenze come quella della Grecia, che finiscono per mettere a rischio l’intera zona euro. L’auspicio di Bruxelles è di presentare tale pacchetto entro l’estate, prima della fine della presidenza spagnola della Ue.
“Siamo ancora in una fase di discussione preliminare”, ha sottolineato il portavoce di Rehn, ma è chiaro che non c’é molto tempo. Tutto dipende dal consenso che l’ipotesi di creare un Fondo europeo avrà tra gli Stati membri. Solo questo frena la Commissione Ue dal presentare una proposta già oggi. E se Francia e Germania trainano il progetto, c’é da sondare ancora l’accoglienza che la proposta avrebbe in altri Paesi. Un’occasione potrebbe essere il duplice appuntamento di lunedì e martedì prossimi con le riunioni di Eurogruppo ed Ecofin.
E’ soprattutto Berlino – che a suo tempo bocciò la creazione di un fondo non volendo pagare per altri – a spingere ora con Bruxelles per la creazione dell’Fme. Il ministro delle finanze, Wolfgang Schauble – alla luce dell’emergenza Grecia e del rischio contagio ad altri Paesi – ha parlato chiaramente della “necessità di un’istituzione che disponga dell’esperienza dell’Fmi e di poteri di intervento analoghi”. E Merkel ha salutato l’iniziativa come una “buona idea”.
Secondo alcune fonti ci sarebbe già un piano tedesco ben dettagliato, che prevede anche la possibilità per l’Fme di comminare “sanzioni severe” per i Paesi della zona euro troppo lassisti sul piano dei conti pubblici. Come, ad esempio, la soppressione delle sovvenzioni europee, il ritiro temporaneo del diritto di voto nel corso delle riunioni ministeriali dell’Ue, e persino l’esclusione provvisoria dalla zona euro.
Contro l’ipotesi di creare l’Fme è però oggi sceso in campo un’altro tedesco, Juergen Stark. Il capo economista della Bce, Stark ha evidenziato che il meccanismo non sarebbe compatibile con i principi base dell’unione economica e monetaria. Inoltre, esso potrebbe rappresentare un incentivo a quello che Stark ha definito “azzardo morale”, cioé il non rispetto dei paletti fissati dal Patto di Stabilità per la politica di bilancio.
Un fronte, quello dei conti pubblici, su cui Germania e Francia sarebbero comunque favorevoli anche ad una limitazione del ricorso ai credit default swap, gli strumenti finanziari attraverso cui alcuni Paesi – vedi la Grecia – hanno potuto ‘assicurare” i propri titoli pubblici, mascherando di fatto l’entità del proprio debito.
Questa misura potrebbe quindi andare a finire nell’altro pacchetto di interventi in fase di elaborazione a Bruxelles. Pacchetto a cui sta lavorando in particolare il commissario Ue ai servizi finanziari, Michel Barnier, con misure che vanno dall’attuazione della riforma della vigilanza finanziaria alla stretta sugli hedge fund e sui prodotti finanziari più a rischio.
Intanto, mentre anche il Portogallo, dopo la Grecia, adotta nuove misure correttive del deficit congelando i salari dei dipendenti pubblici, Tajani assicura come “l’Italia non è un Paese a rischio, anche perché – spiega – ha un buon sistema bancario e imprenditoriale”. La valutazione del Programma di stabilità italiano da parte di Bruxelles è attesa per il 17 marzo.

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