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Crisi subprime: UBS, avviato perseguimento negli Usa

UBS è accusata di aver ingannato gli investitori proponendo loro titoli garantiti da prestiti ipotecari rischiosi, detti subprime. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Il Dipartimento statunitense della giustizia (DoJ) ha annunciato questa notte di aver avviato un’azione civile ai danni di UBS, accusata di aver ingannato gli investitori proponendo loro titoli garantiti da prestiti ipotecari rischiosi, detti subprime.

In un comunicato il DoJ sostiene che UBS con queste operazioni ha contribuito a innescare la crisi finanziaria mondiale del 2008. Il procedimento è stato avviato dopo che la prima banca svizzera ha respinto una proposta di accordo extragiudiziale, che prevedeva il pagamento di una sanzione di circa 2 miliardi di dollari (grossomodo la medesima somma in franchi al cambio attuale), secondo fonti vicine al dossier.

Il procuratore Richard Donoghue ha dichiarato che gli investitori hanno subito “perdite catastrofiche” perché la banca non ha rivelato tutti i rischi associati ai titoli ipotecari. Gli Stati Uniti accusano UBS di aver praticato una cultura aziendale che si concentrava sui profitti piuttosto che sulla piena trasparenza nei confronti dei clienti. Da parte sua, UBS si è rifiutata di commentare l’azione legale e le relative trattative. Il gruppo aveva annunciato già mercoledì sera che si aspettava l’avvio di un procedimento giudiziario, affermando che le accuse della giustizia americana non erano suffragate da fatti o dalla legge e che il gruppo le avrebbe contestate “energicamente” nell’interesse dei suoi azionisti. La denuncia presentata ieri menziona, tra l’altro, un dipendente di UBS che nel 2006 si era lamentato con i suoi superiori dell’etica della banca, secondo cui “mentire è bene”.

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