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CSt: Covid-19, via libera a ulteriori 15 miliardi

(Keystone-ATS) Anche il Consiglio degli Stati, come ieri il Nazionale, ha approvato oggi crediti supplementari di quasi 15 miliardi di franchi, in buona parte destinati all’Assicurazione contro la disoccupazione (AD), per far fronte alle conseguenze della pandemia da coronavirus.

Il dossier ritorna alla Camera del popolo per una divergenza riguardante i nuovi crediti Covid per lo sport che hanno suscitato discussione in aula.

Ce lo possiamo permettere

Nonostante le preoccupazioni dall’UDC per l’eccessivo indebitamento della Confederazione, la maggioranza ha fatto proprie le riflessioni di Eva Herzog (PS/BS), secondo cui la Svizzera può permettersi queste somme, tenuto conto della buona salute di cui godono i conti. Anche se il debito dovesse crescere di 30-40 miliardi, siamo ancora lontani dai livello di indebitamento dei Paesi confinanti e al di sotto dei parametri di Maastricht in vigore nell’Ue.

Per quanto riguarda il sostegno allo sport professionistico, per 24 voti a 20, il plenum ha approvato la proposta del Consiglio federale di concedere altri 175 milioni sotto forma di prestiti rimborsabili destinati a sostenere i campionati professionistici di calcio e di hockey su ghiaccio. Diversamente però dal Nazionale, i club professionistici non dovranno obbligatoriamente ridurre gli stipendi in media del 20% dei giocatori.

Condizioni irrealistiche

Diversi oratori hanno sostenuto la proposta di stralcio di questo credito inoltrata da Benedikt Würth (PPD/SG), giudicando inopportuno concedere altri 175 milioni, anche se sotto forma di prestiti rimborsabili, alle leghe professionistiche di calcio e disco su ghiaccio.

Secondo Würth, le condizioni poste dalla Confederazione qualora parte di questi prestiti dovesse essere utilizzata sono irrealistiche. In caso di problemi finanziari di un grande club, è impensabile credere che uno sponsor potrebbe prendersi carico dei debiti. La responsabilità solidale rischia inoltre di innescare un effetto domino che travolgerebbe tutti i club, quelli ricchi e quelli meno ricchi.

Rete di salvataggio

Per il ministro delle finanze Ueli Maurer, e una buona parte del plenum, l’aiuto della Confederazione va considerato come l’ultima spiaggia per i club qualora ce ne fosse bisogno. Non si tratta solo di “salvare” i club professionistici, ma anche di salvaguardare il settore giovanile.

Come ieri al Nazionale, Maurer ha spiegato che non si tratta solo di proteggere lo sport professionistico, ma anche di considerare gli aspetti sociali, culturali ed economici ad esso connessi. È il caso del club di hockey dell’Ambrì Piotta, un collante importante per una valle che non ha molto da offrire in alternativa.

Gli altri crediti

A parte il dibattito sullo sport, le altre proposte di credito chieste dal Consiglio federale sono state approvate senza modifiche, così come stabilito ieri dalla Camera del popolo.

I “senatori” hanno approvato 14,2 miliardi a fondo perso destinati al Fondo dell’assicurazione disoccupazione AD. Il denaro servirà a coprire i costi per il lavoro ridotto. Nella sessione straordinaria di marzo il Parlamento aveva già approvato 6 miliardi a tale scopo.

Il plenum ha anche accolto un prestito di 200 milioni al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), crediti supplementari di 50,5 milioni per l’aiuto umanitario e 57 milioni per la cooperazione multilaterale allo sviluppo, nonché un contributo al fondo per le catastrofi del FMI di 25 milioni.

Accolto anche un sostegno di 17,5 milioni destinati all’aiuto indiretto alla stampa, come chiedevano due mozioni approvate dal Parlamento. Altri 50 milioni sono stati destinati alle imprese culturali per il mancato guadagno dovuto alle misure restrittive adottate dal governo per arginare l’epidemia di coronavirus. Tale somma si aggiunge ai 145 milioni già liberati. La Camera dei cantoni ha anche deciso di destinare 10 milioni alle associazioni culturali amatoriali.

Nella sessione straordinaria dedicata all’emergenza Covid-19, le camere avevano già approvato prestiti per un totale di circa 57 miliardi volti a contrastare le ripercussioni economiche e sociali della pandemia.

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