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CSt: definitivamente bocciata seconda tappa Strategia energetica

Doris Leuthard non è riuscita a convincere il parlamento sul progetto relativo alla seconda tappa della Strategia energetica. KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) Il sistema di incentivazione nel settore del clima e dell’energia proposto dal Governo non ha convinto il Parlamento.

Dopo il Nazionale in marzo, oggi anche il Consiglio degli Stati ha tacitamente bocciato l’entrata in materia sul progetto che rappresentava la seconda tappa della Strategia energetica 2050. L’oggetto è pertanto da considerarsi archiviato.

Concretamente, il Consiglio federale proponeva un nuovo articolo costituzionale relativo alle tasse sul clima e l’elettricità e una serie di disposizioni transitorie da attuare a partire dal 2021. Tale progetto è però stato fortemente criticato sia da sinistra sia da destra, pur con motivazioni diverse.

A destra a non piacere è la Strategia 2050 nel suo insieme, più al centro si è contrari a nuove tasse, che potrebbero nuocere all’economia, mentre a sinistra si preferisce puntare sulle diverse misure già in vigore, piuttosto che su un progetto ritenuto poco chiaro.

Beat Vonlanthen (PPD/FR) ha parlato di “funerale dignitoso” a un progetto che aveva buone intenzioni ma che non era in grado di raccogliere una maggioranza. Il friburghese ha anche citato uno studio del Politecnico federale di Zurigo (ETH) secondo il quale per realizzare la svolta energetica è più conveniente tassare l’energia e il CO2 piuttosto che introdurre un sistema d’incentivi basato su sussidi e standard minimi.

Per Vonlanthen occorre comunque ora fare “una pausa di riflessione”. Anche il ministro delle finanze Ueli Maurer ha ritenuto che sia più ragionevole abbandonare il progetto viste le opinioni troppo distanti, “anche se in questo modo non viene risolto alcun problema”.

Il Consiglio federale rimane dell’opinione che una tassa d’incentivazione costituisca uno strumento adeguato. “Tuttavia – ha sostenuto Maurer – non siamo ancora pronti per decisioni di grande portata”. Adesso nella politica energetica occorre un po’ meno d’ideologia e più pragmatismo, ha aggiunto il consigliere federale.

In base al progetto bocciato oggi, le tasse d’incentivazione, introdotte per ridurre emissioni a effetto serra e consumo energetico, avrebbero potuto essere riscosse su combustibili e carburanti fossili come pure sull’elettricità.

Il prodotto dei contributi sarebbe stato ridistribuito alla popolazione e all’economia per impedire l’aumento dell’onere fiscale complessivo per le economie domestiche e le imprese.

Le misure di promozione finanziate con l’attuale supplemento di rete, come la rimunerazione a copertura dei costi per l’immissione in rete di energia elettrica (RIC), sarebbero state eliminate progressivamente e sarebbero scomparse definitivamente entro 10 anni dall’introduzione della tassa sull’elettricità.

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