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CSt: esecuzioni e fallimenti, anche il Ticino deve allinearsi

(Keystone-ATS) L’unificazione dei procedimenti esecutivi su scala nazionale con norme identiche in tutto il territorio genera un notevole potenziale di risparmio.

Ne è convinto il Consiglio degli Stati, che ha approvato oggi – con 27 voti contro 13 e 1 astenuto – la modifica della Legge federale sulla esecuzione e sul fallimento (LEF). Di fatto, il progetto modifica la prassi solo nei Cantoni Ticino, Ginevra e Vaud. Visto che il Nazionale si era già pronunciato in favore durante la sessione estiva, il dossier è ora pronto per la votazioni finali.

La revisione – approvata da Filippo Lombardi (PPD/TI) ma respinta da Fabio Abate (PLR/TI) – mira ad abrogare la competenza cantonale di disciplinamento della professione di rappresentante dei creditori. Attualmente, infatti, i Cantoni hanno la facoltà di stabilire le condizioni alle quali una persona può rappresentare a titolo professionale terzi nel quadro di un procedimento esecutivo, ossia dinanzi agli uffici di esecuzione e fallimento.

Solo i Gran Consigli a Bellinzona, Ginevra e Losanna hanno emanato norme corrispondenti. Ad esempio, il Canton Ticino limita la rappresentanza a titolo professionale agli avvocati e ai fiduciari. Il problema per il Consiglio federale è costituito dal fatto che chi esercita la professione di rappresentante in un Cantone che non prevede alcuna condizione per l’autorizzazione non può avviare un’attività nei Cantoni che hanno invece regole in merito.

La modifica della LEF, nella versione auspicata dal governo, prevede che tutte le persone aventi l’esercizio dei diritti civili, comprese in particolare le persone giuridiche (uffici d’incasso, assicurazioni per la protezione giuridica, ecc.), devono poter rappresentare le parti nel procedimento esecutivo. Lo stesso deve valere per i procedimenti giudiziari direttamente connessi all’esecuzione.

Il procedimento esecutivo è una pratica molto diffusa (ogni anno in Svizzera sono avviate oltre 2,5 milioni di esecuzioni). Secondo il governo, l’unificazione del procedimento esecutivo su scala federale genera un notevole potenziale di risparmio. La possibilità di farsi rappresentare nella procedura di rigetto (quando il debitore fa opposizione, il creditore può chiedere la continuazione della procedura d’esecuzione soltanto respingendo, con successo, l’opposizione) da un ufficio d’incasso e non più necessariamente da un avvocato, introdotta in tutti i Cantoni, consentirà in particolare alle piccole e medie imprese (PMI) di risparmiare in modo rilevante sui costi, ha spiegato la consigliera federale Simonetta Sommaruga.

In aula, una minoranza – rappresentata dal “senatore” grigionese Martin Schmid (PLR/GR) – ha tentato invano di opporsi a un disciplinamento nazionale, adducendo che con la modifica della legge potrebbero sorgere problemi a causa delle scarse qualifiche delle persone responsabili dell’incasso. Ma la maggioranza non l’ha seguito e ha sostenuto il progetto governativo.

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