Prospettive svizzere in 10 lingue

CSt: lingue nazionali, non precorrere i tempi

(Keystone-ATS) In merito alle intenzioni di alcuni cantoni svizzerotedeschi, come Turgovia, di voler posticipare l’insegnamento del francese togliendolo dal ciclo elementare, il Consiglio federale intende procedere con pacatezza, senza precorrere i tempi. Lo ha ribadito oggi il Consigliere federale Alain Berset durante i dibattiti al Consiglio degli Stati.

Il ministro friburghese ha precisato di voler attendere il bilancio sull’armonizzazione dell’insegnamento delle lingue della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) previsto per il giugno prossimo. Solo allora il governo deciderà sul da farsi, qualora si dovesse constatare che l’agognata armonizzazione non si è realizzata.

Nella sua interpellanza, il “senatore” Urs Schwaller (PPD/FR) non ha nascosto la propria preoccupazione per le decisioni di alcuni parlamenti cantonali – a Nidvaldo il popolo sarà chiamato ad esprimersi domenica prossima – di voler spostare l’insegnamento del francese dalle elementari al ciclo secondario.

Questa tendenza rischia, a suo avviso, di minare alla base il compromesso raggiunto dalla CDPE: l’attuale modello 3/5 prevede infatti l’apprendimento di due idiomi “stranieri” durante la scuola primaria: una seconda lingua nazionale e, specie nei cantoni tedescofoni che lo insegnano dal terzo anno, l’inglese (il francese dalla quinta classe). Tale compromesso integra il concordato HarmoS, entrato in vigore nel 2009, volto ad armonizzare l’insegnamento obbligatorio tra i cantoni.

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