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CSt: ok scambio automatico, ma niente amnistia fiscale

(Keystone-ATS) Il segreto bancario dovrebbe avere le ore contate. Dopo il Nazionale, anche il Consiglio degli Stati ha oggi approvato, senza l’appoggio di alcuni deputati UDC, due progetti governativi per il passaggio allo scambio automatico di informazioni in materia fiscale.

Entrambi riguardano i clienti esteri degli istituti finanziari elvetici. Rispetto alla Camera del popolo, ha invece avuto meno fortuna una proposta ticinese di amnistia fiscale in vista dell’introduzione dello scambio automatico.

I “senatori” hanno infatti bocciato – con 37 voti contro 7 – l’amnistia fiscale proposta da Fabio Abate (PLR/TI) , che in settembre era stata approvata a sorpresa dal Nazionale. Il plenum ritiene infatti che la possibilità introdotta nel 2008 della denuncia spontanea non punibile sia già sufficiente. Prova ne è il numero di contribuenti, in crescita questi ultimi anni, che hanno legalizzato in questo modo la loro situazione.

L’introduzione dello scambio automatico di informazioni a livello internazionale non può in alcun caso giustificare una misura supplementare che andrebbe innanzitutto a beneficio dei contribuenti meno onesti, secondo la maggioranza degli Stati.

Rispetto alla Camera del popolo, quella dei cantoni ha inoltre sostenuto – con 36 voti contro 4 e 2 astenuti – una proposta della Conferenza della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze di utilizzare il numero AVS e non un numero speciale, quale identificatore delle informazioni date all’estero. A suo avviso questa soluzione sarebbe molto più semplice e facile da attuare senza ripercussioni sulla protezione dei dati, come invece sostenuto dal Nazionale.

Contro il parere della sua commissione preparatoria, i “senatori” hanno invece seguito la Camera del popolo per quanto riguarda la sanzione cui incorrono le banche che violano i loro obblighi di diligenza per negligenza. Con 22 voti contro 19, hanno infatti sostenuto la proposta di Filippo Lombardi (PPD/TI) di sopprimere la multa fino a 100’000 se l’autore ha agito per negligenza. Si tratta di una penalizzazione abusiva dei dipendenti, ha sostenuto con successo il consigliere agli Stati ticinese.

Il dossier ritorna ora al Nazionale.

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