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CSt: programma d’armamento, “sì” a credito di 1,34 miliardi

L'esercito svizzero KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Senza sorprese, il Consiglio degli Stati ha approvato oggi il programma d’armamento 2016 da 1,34 miliardi di franchi.

I “senatori” hanno anche ribadito il credito massimo di 5 miliardi l’anno da destinare alle spese per l’esercito per il periodo 2017-2020, nonché 404 milioni per l’acquisto di 32 nuovi “mortai da 12 cm 16”.

Quest’ultima acquisizione ha dato adito a un dibattito, ma alla fine è stata accolta con 29 voti contro 10. Il dossier passa ora al Nazionale.

L’acquisto dei mortai è stato combattuto in aula da una minoranza di sinistra. A suo avviso, quest’arma è in principio destinata ad essere utilizzata in Svizzera, e in particolare in zone urbane. “Questo investimento non corrisponde alla minaccia attuale e non è dunque prioritario”, ha sottolineato invano Géraldine Savary (PS/VD).

“Si tratta di colmare una lacuna che risale al 2009, quando sono stati messi fuori servizio i carri lanciamine 12 com 64/91”, le ha risposto il ministro della difesa Guy Parmelin. “Tali armi sono state utilizzate di recente in Ucraina e nel Vicino Oriente”, ha aggiunto il consigliere federale.

Per il resto, i “senatori” hanno approvato altri cinque crediti per l’acquisto di materiale destinato alla sorveglianza dello spazio aereo (91 milioni), per battelli pattugliatori (49 milioni), per armi anticarro al posto del Panzerfaust 90 (246 milioni), per l’acquisto di materiale di ricambio destinato agli aerei da combattimento F/A-18 (127 milioni), nonché per autocarri e rimorchi (314 milioni).

Il credito complessivo per l’armamento comprende anche una somma di 100 milioni per acquisti successivi, tra cui pulmini, mitragliatori e materiale per il pronto soccorso.

Immobili

Il Consiglio degli Stati ha anche accettato il Programma degli immobili 2016 per un ammontare complessivo di 572 milioni. Questa somma è destinata perlopiù alla costruzione di un centro di calcolo a Frauenfeld (150 milioni) e al risanamento totale della locale piazza d’armi (121 milioni). Tredici milioni saranno attribuiti al Ticino per lo spostamento di un impianto di trasmissione.

Stando a Parmelin, tali spese avranno una ripercussione positiva sull’occupazione attraverso mandati diretti per imprese svizzere e affari di compensazione. Le partecipazioni dirette sono stimate a 430 milioni e quelle indirette a 360 milioni.

Budget da 5 miliardi

I “senatori” hanno infine ribadito la necessità di un budget massimo di 20 miliardi per l’esercito per il periodo 2017-2020. Tale somma è superiore a quanto richiesto dallo stesso Consiglio federale che, per motivi di risparmio, nel Messaggio sull’esercito 2016 domanda di stringere la cinghia riducendo il credito a 18,8 miliardi. La Camera dei cantoni ha tuttavia risposto picche, decidendo – con 25 voti contro 10 – di non entrare nel merito di questa proposta governativa.

La sinistra, per bocca Anita Fetz (PS/BS), ha tentato invano di convincere il plenum che “l’esercito è il solo settore risparmiato dal programma di economie”. Neppure la proposta di Roberto Zanetti (PS/SO) di limitare le spese a 19,3 miliardi ha fatto breccia. Il “senatore” solettese giustificava questa somma con la decisione dello stesso Guy Parmelin di congelare il progetto “Difesa terra-aria 2020” (DTA), del costo di 700 milioni di franchi.

Secondo la maggioranza degli Stati, questo importo non deve essere semplicemente risparmiato, bensì reinvestito in altri acquisti d’armi già previsti.

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