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CSt: referendum, non valide liste attestate dopo scadenza

(Keystone-ATS) Le liste convalidate dopo la scadenza del termine di referendum – 100 giorni – non vanno prese in considerazione. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati con 29 voti a 14, seguendo la raccomandazione della commissione preparatoria in merito alla modifica della Legge sui diritti politici. Il dossier ritorna al Nazionale per le divergenze.

Il plenum ha sostenuto la proposta del Consiglio federale, ossia che i comitati referendari siano tenuti per legge a inviare le liste ai fini dell’attestazione a mano a mano e non tutte insieme poco prima della scadenza del termine.

Nell’ambito delle deliberazioni relative al progetto di modifica della legge, il Consiglio nazionale aveva approvato invece una proposta che permette di prendere in considerazione le liste anche se sono convalidate dopo la scadenza del termine di referendum.

Così facendo, la maggioranza – PS e UDC – ha voluto tener conto dei casi in cui si erano registrati notevoli ritardi nella consegna delle attestazioni alla Cancelleria federale da parte dei Comuni. Si tratta di evitare che si ripeta quanto avvenuto nell’autunno 2012, quando gli oppositori agli accordi fiscali con la Germania, la Gran Bretagna e l’Austria fallirono nella raccolta delle sottoscrizioni, perché migliaia di firme erano giunte troppo tardi alla Cancelleria a Berna.

Con 31 voti contro 10, la maggioranza dei “senatori”, in linea col Nazionale, vuole inoltre che nuovi conteggi dei risultati risicati dei referendum vengano eseguiti “soltanto se le irregolarità rese verosimili rischiano di compromettere il risultato complessivo a livello svizzero”.

Una minoranza chiedeva invece di rimanere alla giurisprudenza del Tribunale federale che ordina un nuovo conteggio delle schede in tutti i casi quando il risultato è risicato. Stando a Raphaël Comte (PLR/NE), “possono verificarsi errori del tutto involontari in un ufficio di voto che influenzano il risultato finale”.

Come il Nazionale, anche la Camera dei Cantoni ha prolungato da dieci a dodici mesi il termine per sottoporre al popolo un’iniziativa popolare dopo il suo trattamento in parlamento.

Per quanto attiene all’elezione del Consiglio nazionale, per 19 voti a 18 gli Stati hanno mantenuto la menzione della professione dei candidati inseriti in una lista. Tra i criteri d’informazione obbligatori ha anche voluto inserire il sesso, per evitare inutili qui pro quo.

Gli Stati, diversamente dal Nazionale, ha voluto inserire nella legge la possibilità che osservatori internazionali assistano agli scrutini. Ciò accade già, ma non vi è una base legale specifica.

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