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Denaro: la banconota da 1000 franchi non ha i giorni contati

(Keystone-ATS) Il biglietto da 1000 franchi svizzeri, la banconota in circolazione regolare dal valore più elevato al mondo, non ha i giorni contati.

La Banca nazionale svizzera (BNS) non intende rinunciarvi, nonostante le discussioni in atto nell’Unione europea per il ritiro dei 500 euro.

I ministri delle finanze dell’Ue hanno chiesto alla Banca centrale europea (Bce) di valutare l’eliminazione dei 500 euro, la massima banconota nella valuta del vecchio continente. Questo perché a loro avviso renderebbe più facili per terroristi e criminali spostare soldi in contanti, eludendo quindi maggiormente i controlli.

Il 1000 franchi svizzero vale quasi il doppio del 500 euro e dieci volte il 100 dollari, la banconota più “pesante” americana. A livello mondiale esiste solo un altro biglietto più prezioso, il 10’000 dollari di Singapore, che ha un valore di 7000 franchi. Questo è usato però principalmente nelle transazioni fra banche e nella vita normale – contrariamente alla banconota elvetica – non ha alcun ruolo. Inoltre dal 2014 non viene più emesso.

Ora la posizione di preminenza della banconota viola svizzera, che come noto raffigura lo storico Jacob Burckhardt (1818-1897), potrebbe ulteriormente rafforzarsi. Secondo quanto scritto ieri dal quotidiano tedesco Handelsblatt il ritiro dalla circolazione delle banconote da 500 euro è sempre più probabile: il Consiglio della Bce avrebbe votato a grande maggioranza una dichiarazione di intenti. La decisione potrebbe arrivare nel giro di pochi mesi, chiariti i dettagli tecnici.

Da parte elvetica però non ci si scompone. Contattato dalla Reuters, un portavoce della BNS ha detto che non vi sono piani riguardo a qualcosa di simile in Svizzera. La posizione dell’istituto, ha aggiunto, è che il valore di una banconota non ha alcun impatto sugli sforzi per combattere il crimine.

Stando ai dati della BNS nel 2014 erano in circolazione 38,3 miliardi di franchi in biglietti da 1000: il 10% delle banconote totali, ma per un 61% del valore del denaro su carta. Sul suo sito web la BNS scrive che l’alta percentuale indica come le banconote vengano utilizzate non solo come mezzo di pagamento, bensì anche come riserva di valore.

I tassi di interesse negativi per banche e investitori istituzionali potrebbero inoltre aver aumentato la propensione a dotarsi di contanti in grandi banconote. Secondo la BNS non vi sono però dati che confermino questa tesi.

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