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Deputazione ticinese: FFS, lingue e reciprocità con Italia

(Keystone-ATS) Un incontro con i vertici delle FFS sul futuro delle Officine di Bellinzona, l’applicazione della legge e dell’ordinanza sulle lingue e i problemi di reciprocità tra Svizzera e Italia sono stati alcuni dei temi di cui si è occupata la Deputazione ticinese in questa prima parte dell’anno. Lo ha annunciato oggi a Berna la presidente Marina Carobbio (PS), facendo il bilancio dei lavori di fine sessione.

Con i vertici delle FFS, i membri della Deputazione hanno esaminato il futuro delle Officine di Bellinzona quale centro di competenza per garantire posti di lavoro qualificati. Marina Carobbio ha precisato che il tema sarà affrontato anche con il Consiglio di Stato nell’incontro che precederà la sessione estiva.

In materia di posti di lavoro FFS alla stazione internazionale di Chiasso, Fabio Abate (PLR) si è detto preoccupato del silenzio sulle strategie che si intendono applicare e ha denunciato un’informazione “non sempre chiara”. La tematica – è stato detto – va approfondita.

Per quanto riguarda le lingue e l’ordinanza d’applicazione, Marina Carobbio ha dichiarato che “non sono stati portati avanti quei passi concreti d’applicazione auspicati”. Si tratta di verificare la parità di trattamento, quante persone sono impiegate nelle varie unità amministrative, per lingua e classe di stipendio. Ignazio Cassis (PLR) ha affermato che prima di agire occorre conoscere il quadro generale che Barbara Schaerer, direttrice dell’Ufficio federale del personale, “sembra restia a fornire”.

Altro aspetto affrontato: la reciprocità nelle relazioni tra Svizzera e Italia. Dopo le risposte “evasive” date dal Consiglio federale nell'”ora delle domande” a interrogazioni dei consiglieri nazionali Ignazio Cassis e Norman Gobbi (Lega), lo stesso Cassis – sostenuto da tutta la Deputazione – si è attivato con una mozione.

Nell’atto parlamentare si legge che “con strumenti quali lo scudo fiscale, le liste nere e lo scudo cerebrale, l’Italia persegue una politica aggressiva e discriminatoria verso il nostro paese, con gravi conseguenze sul fronte economico e finanziario”. Nella mozione si invita, tra l’altro, Berna a definire una chiara strategia finalizzata ad appianare queste tensioni.

La mozione invita il Consiglio federale a coinvolgere in questa strategia le competenti autorità dell’UE, per garantire anche in Italia il rispetto delle regole comunitarie. “A quanto pare – ha dichiarato ancora Cassis – Bruxelles sta intervenendo presso l’Italia. Non ci resta che attendere che qualche cosa si muova”.

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