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Derrate alimentari, iniziativa contro speculazione “inefficace”

(Keystone-ATS) L’iniziativa popolare di Gioventù socialista “Contro la speculazione sulle derrate alimentari”, in votazione il 28 febbraio, è “burocratica” e “inefficace” secondo un comitato interpartitico (PLR, UDC, Verdi liberali, PPD).

Il comitato ha invitato popolo e cantoni a bocciare la modifica costituzionale: la proposta dei giovani socialisti non solo non farebbe sparire da un giorno all’altro le carestie, ma rischierebbe di danneggiare gli agricoltori dei Paesi poveri, oltre che la piazza economica elvetica.

Iniziativa strumentale e avulsa da realtà

Per la consigliera nazionale dei Verdi liberali Isabelle Chevalley (VD), all’origine delle crisi alimentari vi sono in primo luogo i conflitti, le variazioni climatiche – come lunghi periodi di siccità – e lo spreco.

Forte di un’esperienza di 15 anni maturata in Africa nel settore dell’aiuto allo sviluppo, Chevalley ha sostenuto che la creazione di mercati a termine ha effetti positivi per gli agricoltori, poiché si possono assicurare a lungo termine contro siccità o inondazioni.

Da quando in Etiopia è attivo un simile mercato, le condizioni di vita degli agricoltori sono migliorate. Affinché questi mercati possano funzionari, ha aggiunto, è necessaria della liquidità, ossia dei finanziatori, proprio ciò che invece l’iniziativa non vuole.

Sovente, ha spiegato la consigliera nazionale che ha citato la sua esperienza nel Burkina Faso, le crisi di sussistenza sono dovute al deperimento dei raccolti causati dalla mancanza di magazzini attrezzati per lo stoccaggio dei prodotti, come cipolle e patate. Ciò obbliga le popolazioni ad importare cibo a prezzi più elevati. Per risolvere questo problema non è quindi necessario intervenire sui mercati.

L’iniziativa – che intende vietare gli investimenti diretti e indiretti in strumenti finanziari che concernono materie prime agricole e derrate alimentari – non tiene conto secondo Chevalley della realtà sul terreno. “I Giovani socialisti strumentalizzano la fame nel modo solo per far parlare di sé”, ha concluso seccamente Chevalley.

Proposta burocratica e inefficace

Per il consigliere nazionale Duri Campell (PBD/GR), contrariamente a quanto dichiarato dai fautori dell’iniziativa il forte incremento dei prezzi dei generi alimentari osservato nel 2007-2008 non è imputabile a fantomatici speculatori, ma è il risultato di diversi fattori negativi concomitanti, come catastrofi ambientali e rivolgimenti politici.

Al pari dei consiglieri nazionali Beat Walti (PLR/ZH) e HansJörg Knecht (UDC/AG) nonché del “senatore” Isidor Baumann (PPD/UR), secondo Campell per far rispettare il divieto postulato dall’iniziativa, sarebbe necessario istituire un’ulteriore autorità di sorveglianza. Oltre ai costi generati da una simile autorità e ai danni all’economia nazionale che comporterebbe, il raggio d’azione di tale istanza sarebbe circoscritto alla Svizzera, quindi la sua efficacia ne sarebbe fortemente limitata. I maggiori mercati di materia prime si trovano al di fuori della Svizzera, in particolare negli Stati Uniti, ha ricordato.

Tutti gli oratori hanno sottolineato che gli obiettivi perseguiti dall’iniziativa sono già stati raggiunti con l’introduzione, nella Legge sull’infrastruttura finanziaria, di limiti alla speculazione sulle derrate alimentari con derivati, così come accade negli Stati Uniti e nell’Unione europea.

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