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Dichiarazione d’origine: grandi carenze per frutta e verdura sfusa

(Keystone-ATS) BERNA – In molti negozi chi vuole sapere da dove provengono le albicocche o i cetrioli non trova risposta. I chimici cantonali hanno constatato manchevolezze in due terzi dei punti vendita per quanto riguarda la frutta e verdura sfusa.
In tutto il paese sono stati controllati oltre 500 negozi, di cui un centinaio di filiali della Migros e altrettanti della Coop, nonché di altri dettaglianti tra cui Denner, Aldi, Volg, Spar e Manor, scrive in una nota diffusa oggi l’Associazione dei chimici cantonali svizzeri (ACCS). Durante l’operazione sono stati esaminati oltre 7’000 articoli.
Per 1’120 prodotti non confezionati nel reparto frutta e verdura è stato constatato che la dichiarazione d’origine era sbagliata (496), mancava (195) o era imprecisa (96). Inoltre in 333 casi è stato notato che le indicazioni orali del personale di vendita non erano verificabili.
Dal punto di vista dei chimici cantonali la situazione è “negativa” e per i consumatori “molto insoddisfacente”. Il problema sta soprattutto nella formazione e sensibilizzazione del personale di vendita: fino ai centri di distribuzione la rintracciabilità è infatti ben documentata, le informazioni vanno perse nei negozi.
Nella vendita di prodotti sciolti il paese di produzione dev’essere specificato oppure il personale dev’essere in grado di fornire informazioni. Gli alimentari confezionati devono invece avere un’etichetta che indichi l’origine del prodotto.

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