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Direttori cantonali a sostegno di famiglie bisognose

(Keystone-ATS) BERNA – L’Anno europeo di lotta contro la povertà continua a suscitare in Svizzera una valanga di raccomandazioni. La Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS), riunita in assemblea oggi a Berna, si è concentrata soprattutto sulle famiglie e propone l’introduzione in tutta i cantoni di prestazioni complementari come già esistono in Ticino.
La CDOS ricorda che le famiglie numerose e monoparentali sono particolarmente a rischio di povertà. In quest’ambito le prestazioni complementari sono “uno strumento di politica sociale che ha dato buoni frutti”, precisa un comunicato. I modelli cantonali già resistenti potrebbero servire da base per introdurre il sistema a livello nazionale, afferma la CDOS.
In Ticino esiste ad esempio un assegno integrativo per i figli fino a 15 anni delle famiglie a basso reddito che può essere completato con un assegno di prima infanzia per famiglie con figli fino a tre anni e un reddito sotto al minimo vitale. Oltre al Ticino, solo Soletta offre già prestazioni complementari per le famiglie. In altri quattro cantoni – BE, FR, GE, VD – è prevista la loro introduzione.
Per combattere la povertà, i direttori cantonali chiedono che vengano realizzate inchieste cantonali in collaborazione con l’Ufficio federale di statistica. Alcuni cantoni (BE, LU, SO, ZH) già redigono rapporti di questo tipo. La CDOS chiede inoltre di migliorare il coordinamento della sicurezza sociale. A suo avviso, la Svizzera dispone di un sistema “”adeguato e funzionale” ma le interazioni fra i vari livelli e le diverse prestazioni lasciano a desiderare.
Le raccomandazioni della CDOS sono le ultime di una lunga serie emesse in occasione dell’Anno di lotta contro la povertà. In marzo il Consiglio federale ha adottato un rapporto sulle grandi linee della strategia di lotta a lungo termine contro la precarietà che non contiene però misure precise. A fine dicembre, Caritas aveva chiesto di dimezzare il numero dei poveri in Svizzera entro il 2020. Una settimana dopo la Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (COSAS) proponeva a sua volta una strategia che poneva l’accento sui disoccupati di lunga data.

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