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Donne anziane fanno causa a governo per insufficiente tutela clima

(Keystone-ATS) Una querela contro lo Stato per ottenere una migliore tutela contro il riscaldamento climatico. È quanto intende attuare un gruppo di donne svizzere che, riunite oggi a Berna, hanno fondato l’Associazione delle anziane per il clima (Verein KlimaSeniorinnen).

Sono infatti le donne in là con gli anni che più degli altri soffrono gli effetti del cambiamento ambientale, hanno sottolineato le promotrici dell’iniziativa. Esse voglio far valere i diritti fondamentali alla vita e alla salute, e ciò anche per le generazioni future. In questo ambito chiamano in causa gli attuali piani governativi che non proteggono la popolazione dalle “catastrofiche conseguenze” del riscaldamento globale; e ciò – affermano – è anticostituzionale.

Del Verein KlimaSeniorinnen fanno parte, tra le altre, la consigliera nazionale Anne Mahrer (Verdi/GE), la ex presidente del Partito Socialista Christiane Brunner, altre ex consigliere nazionali, la musicista Irene Schweizer nonché l’operatrice sociale e scrittrice Judith Giovannelli-Blocher, sorella dell’ex consigliere federale Christoph Blocher. La nuova associazione è anche sostenuta da Greenpeace.

La prevista azione in giustizia contro il Consiglio federale rimprovera al governo di non rispettare la Costituzione: gli attuali obbiettivi climatici della Svizzera (riduzione del 20% entro il 2020 del volume di gas ad effetto serra rispetto al 1990) “sono ben lungi dalle esigenze minime” per evitare “le conseguenze catastrofiche” del riscaldamento dell’atmosfera, ovvero far sì che l’aumento della temperatura globale non superi i due gradi centigradi.

Tale obiettivo – scrivono le pensionate – è ancorato nella legge sul CO2, oltre che a livello internazionale. Le autorità devono mettere in conto che le loro decisioni contravvengono ai diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione federale e dalla Convenzione europea dei diritti umani.

L’articolo 74 – ricordano – afferma che “la Confederazione emana prescrizioni sulla protezione dell’uomo e del suo ambiente naturale da effetti nocivi o molesti” e “si adopera per impedire tali effetti”. L’articolo 10 prevede poi che “ognuno ha diritto alla vita” e “all’integrità fisica”.

L’azione in giustizia delle anziane, che sarà verosimilmente presentata al Tribunale amministrativo federale (TAF) – entra in un territorio giuridico inesplorato in Svizzera, ma non è una novità assoluta: varie cause del genere sono infatti in corso nel mondo per ottenere una riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.

Un recente successo in tal senso c’è stato nei Paesi Bassi, dove l’anno scorso un tribunale ha ingiunto allo Stato di proteggere più efficacemente il clima riducendo del 25% le emissioni di CO2 entro il 2020. Le organizzazioni ambientaliste hanno parlato di prima storica che potrebbe creare giurisprudenza a livello mondiale. Nel frattempo lo Stato olandese ha inoltrato ricorso, pur iniziando ad applicare la decisione.

Anche i Verdi svizzeri l’anno scorso hanno minacciato un’azione in giustizia se il governo non avesse aumentato le ambizioni in materia di riduzione dei gas ad effetto serra dal 20 al 40% entro il 2002. In novembre avevano osservato che gli individui la cui salute è particolarmente colpita dai cambiamenti climatici sarebbero le persone adatte per avviare un procedimento legale.

Le promotrici della causa ricordano che soprattutto le donne anziane soffrono più degli altri dei lunghi periodi di calura, che intensificano acciacchi e varie infermità e possono essere letali. Ad esempio la mortalità delle donne nell’estate del 2003 era aumentata in maniera eccezionale.

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