Ecofin fa conti con paura default fra le proteste
I ministri delle Finanze della Ue, ancora divisi sulla soluzione alla crisi greca, sull'ampliamento del fondo salva-Stati e sulla Tobin tax, cercano di combattere lo spettro di un default greco assediati da migliaia di manifestanti che protestano contro l'austerity imboccata dai governi. Ma le loro divisioni, già sottolineate dagli Usa, nemmeno oggi passano inosservate, e l'ex presidente della Commissione europea, Jacques Delors, si dice "indignato" dall'irrisolutezza di istituzioni che dovrebbero combattere l'incertezza globale. Intanto il responsabile italiano dell'Economia Giulio Tremonti spiega che, del futuro, "molto dipende dalla Germania" chiamata a fine mese a votare il discusso potenziamento del fondo di salvataggio europeo.
Archiviata già nella prima giornata di Ecofin, la crisi greca deve aspettare ottobre per vedere, forse, qualche progresso. Nella seconda e ultima giornata di lavori, i ministri hanno invece affrontato la questione della tassa sulle transazioni finanziarie, o Tobin tax. Con scarsi risultati: "I Paesi sono divisi, ma noi andremo avanti lo stesso", spiega il commissario Ue al Mercato Interno, Michel Barnier, deciso a proseguire con quella che ritiene "un'idea tecnicamente semplice, economicamente sostenibile e politicamente giusta", nonostante l'opposizione degli Usa.
Anche per il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble (che sostiene l'idea assieme a Francia e Austria), è giusto andare avanti: "Spingeremo per la Tobin tax, anche solo nell'eurozona" ha detto, spiegando anche di comprendere i dubbi di chi, come la Gran Bretagna, ritiene che un'applicazione della tassa solo in Europa non serva e sia anzi deleteria perché sposterebbe le operazioni su altre piazze non europee.
Intanto, i ministri pensano a come mettere in sicurezza le banche da una crisi del debito che rischia di diventare sistemica. Dopo l'iniziativa congiunta sulla liquidità delle banche centrali di due giorni fa, oggi si guarda ad un 'raffinamento' degli stress test, per ottenere una valutazione che tenga maggiormente conto del rischio per le banche esposte sul fronte del debito e soprattutto che inserisca uno scenario di default.
Ma nonostante i sensibili dossier in discussione, i ministri hanno dovuto interrompere i lavori prima del previsto: la manifestazione che i sindacati europei avevano convocato per oggi, ha portato nella piccola città polacca oltre 30.000 persone che volevano protestare davanti ai responsabili delle misure di austerità che hanno colpito molti Paesi. La sicurezza, per evitare tensioni, ha portato via i ministri prima che il corteo prendesse forma.