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Esercito deve essere riformato, ma dibattito posticipato

(Keystone-ATS) Un esercito più piccolo, meglio equipaggiato e pronto a essere mobilitato rapidamente in caso di eventi eccezionali. Con 35 voti a 3, il Consiglio degli Stati è entrato in materia oggi sulla riforma delle forze armate. Presentata lo scorso anno dal ministro della difesa Ueli Maurer, essa si pone come un compromesso fra chi spinge per un esercito più grande e chi lo vorrebbe invece ridurre ulteriormente. Il dibattito proseguirà giovedì 19 marzo. La Camera dovrebbe apportare alcune modifiche proposte dalla sua commissione preparatoria.

Nocciolo del progetto è la diminuzione del numero di soldati, che dovrebbero passare dagli attuali 200 a 100 mila. Ciò dovrebbe comportare anche un cambiamento nel numero di giorni di servizio e nella durata dei corsi di ripetizione. La riforma prevede pure una riorganizzazione dei battaglioni e dell’istruzione. Il budget annuo sarà di circa 5 miliardi di franchi.

Nel dibattito di entrata in materia, diversi oratori dello schieramento borghese hanno difeso il loro attaccamento a un esercito forte. “False illusioni di pace non devono annebbiare i nostri sensi”, ha affermato Alex Kuprecht (UDC/SZ), a nome della commissione. Joachim Eder (PLR/ZG) ha da parte sua sottolineato come la riforma apporti migliorie a livello di rapidità di mobilitazione, di formazione dei quadri e di equipaggiamento.

Maggiori dubbi sono emersi nel campo rosso-verde. Pur appoggiando il progetto e riconoscendo che esso permette di compiere diversi passi nella buona direzione, Géraldine Savary (PS/VD) ha messo l’accento su diverse carenze, in materia di lotta al terrorismo, alla cybercriminalità e per quanto riguarda la sua missione di promozione della pace. Più duro Luc Recordon (Verdi/VD), contrario all’entrata in materia, secondo cui “la minaccia attuale di un’invasione terrestre o aerea della Svizzera è pressoché nulla, mentre è più consistente la possibilità di attacchi al nostro sistema finanziario”.

Il ministro della difesa ha da parte sua sottolineato che con questa riforma l’esercito sarà certo più piccolo, ma più efficace. Il progetto si chiama semplicemente “Ulteriore sviluppo dell’esercito” per mostrare che questa istituzione deve continuamente evolvere, ha aggiunto.

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