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Esercito e ambiente: oltre un miliardo per disinquinare zone tiro

(Keystone-ATS) BERNA – L’esercito svizzero dovrà spendere nei prossimi anni oltre un miliardo di franchi per bonificare impianti e terreni che ha gravemente inquinato in passato. Terrapieni parapalle nei poligoni di tiro zeppi di metalli pesanti, discariche selvagge, resti di lanciafiamme e vecchi serbatoi che perdono minacciano infatti gravemente la falda freatica.
L’informazione è pubblicata oggi dalla “SonntagsZeitung”, che indica di aver potuto consultare il “Catasto dei siti inquinati” del Dipartimento federale della difesa (DDPS), invocando la legge sulla trasparenza nell’amministrazione in vigore dal 2006. Il portavoce del DDPS Sebastian Hueber ha confermato all’ATS il contenuto dell’articolo.
Nel Catasto il segretariato generale del DDPS elenca in tutta la Svizzera 1500 luoghi “problematici” censiti da geologi esterni al dipartimento a partire dal 2005. Il cantone più colpito è Berna, con oltre 400 siti inquinati di cui 50 a Thun, sede di una piazza d’armi. Fra i cantoni che lo seguono nella poco rallegrante classifica, con un numero di siti inquinati tra 100 e 199, figura anche il Ticino, insieme a Friburgo, Vaud, Zurigo e San Gallo.
La voce principale dei luoghi inquinati sono gli impianti per il tiro: il catasto elenca 330 terreni in cui finiscono i proiettili, contaminati da piombo. Le cifre non comprendono oltre cento aree di tiro appartenenti a privati o a comuni.
Il “Catasto dei siti inquinati del DDPS” è consultabile, per comune o per località, anche sul sito web del DDPS (www.vbs.admin.ch/internet/vbs/it/home/themen/kbs/0.html). I tentativi fatto oggi dall’ATS si sono tuttavia rivelati infruttuosi: il sistema di ricerca non funzionava.
Nel secolo scorso, particolarmente negli anni Quaranta dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’esercito svizzero ha gettato in diversi laghi svizzeri ingenti quantità di munizioni o residui di munizioni in esubero o danneggiati. L’esplosione di un deposito di 7’000 tonnellate nel dicembre 1947 a Blausee-Mitholz, che causò la morte di nove persone, portò nel 1948 a grandi azioni di “smaltimento” nel lago di Thun. La necessità di prevenire incidenti ebbe un ruolo di primo piano nella decisione di depositare questo tipo di materiale bellico sul fondale degli specchi d’acqua elvetici.
Dal 1945 al 1964 l’esercito ha affondato nelle acque dei laghi elvetici bombe d’aviazione, granate, normali cartucce e residui di esplosivi. Sono pure stati accertati casi nei quali le forze armate hanno depositato rifiuti speciali in discariche (per esempio a Bonfol, nel canton Giura).

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