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Espulsione giovane francese radicalizzata è giustificata

I giudici sostengono la decisione di Fedpol. KEYSTONE/MARTIN RUETSCHI sda-ats

(Keystone-ATS) Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha respinto il ricorso di una giovane cittadina francese espulsa dalla Svizzera nella primavera del 2017 perché radicalizzata. Le informazioni di cui disponeva la Fedpol erano sufficienti per prendere una tale decisione.

La sentenza non è definitiva. La ragazza era entrata in Svizzera nell’agosto del 2016. All’epoca 18enne, aveva fatto richiesta per un permesso di soggiorno B UE/AELS (permesso di dimora), ma la sua domanda era stata respinta dall’Ufficio federale di polizia (Fedpol) sulla base delle informazioni fornite dal Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC).

Secondo quest’ultimo, la giovane donna si è sposata in una moschea con uno svizzero noto per i suoi contatti con persone che sostengono organizzazioni terroristiche. Individui anche indagati per l’appartenenza ad una organizzazione criminale. Inoltre, nel luglio del 2016 la coppia si è recata in Turchia, da dove è tornata qualche giorno dopo senza essere in grado di fornire spiegazioni plausibili sul loro soggiorno. L’anno successivo, il marito della giovane si è recato a Raqqa, la ex “capitale” dello Stato islamico in Siria.

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