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Etiopia: 400 morti in repressione proteste da novembre 2015

(Keystone-ATS) Le forze di sicurezza etiopi hanno ucciso più di 400 persone e arrestato migliaia di manifestanti, dal novembre al maggio scorso, nelle proteste scoppiate nella regione Oromia. È quanto si legge nell’ultimo rapporto di Human Rights Watch.

Il rapporto, intitolato “‘Such a Brutal Crackdown’: Killings and Arrests in Response to Ethiopia’s Oromo Protests”, è stato diffuso oggi ed è basato su oltre 125 interviste realizzate nel paese su manifestanti, testimoni e vittime di abusi.

Il rapporto, 61 pagine, riporta dettagliatamente una serie di abusi per reprimere la protesta, dall’uso da parte del governo etiope di una forza eccessiva, ad arresti di massa, a maltrattamenti durante la detenzione, a restrizioni in materia di accesso alle informazioni. “Le forze di sicurezza etiopi hanno ucciso centinaia di studenti, agricoltori e altri manifestanti pacifici con palese disprezzo per la vita umana”, ha detto Leslie Lefkow, vice direttore per l’Africa di Hrw.

Secondo l’organizzazione per la difesa dei diritti umani, le forze di sicurezza etiopi hanno usato proiettili veri in centinaia di manifestazioni per controllare la folla, uccidendo diversi manifestanti. Hrw ha identificato più di 300 vittime.

Le proteste iniziate nel novembre scorso sono state innescate dal proposito del governo di inglobare le terre degli agricoltori della comunità Oromo nella municipalità di Addis Abeba. Il piano è stato poi ritirato.

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