Navigation

Eurozona: Bundesbank all'attacco, Weidmann frena su bond

Questo contenuto è stato pubblicato il 24 novembre 2014 - 20:30
(Keystone-ATS)

La Bundesbank torna a fare la Bundesbank: il presidente Jens Weidmann frena sugli acquisti di titoli di Stato, mettendo nuovamente i bastoni fra le ruote al presidente della Bce Mario Draghi. Il gioco, neanche tanto sottile, sulle aspettative dei mercati, ruota attorno al 'quantitative easing', l'acquisto massiccio di titoli, che la Bce potrebbe dover iniziare per riportare verso il 2% il tasso d'inflazione dell'Eurozona, pericolosamente vicino allo zero.

Draghi, nelle scorse settimane, aveva messo a tacere le differenze all'interno del consiglio Bce. Venerdì ha promesso "tutto quello che dobbiamo fare" per stimolare l'inflazione, dopo aver esplicitamente citato fra le possibilità l'acquisto dei titoli di Stato. La Bundesbank, tradizionalmente opposta, non aveva sollevato esplicite obiezioni.

Weidmann, oggi, è tornato invece a frenare: "c'è un divieto di finanziamento monetario nei trattati che pone seri ostacoli legali", ha detto a Madrid. Le borse europee, dopo il rally sulle parole di Draghi della scorsa settimana, stamani hanno proseguito con l'indice di fiducia delle imprese tedesche balzato a sorpresa a novembre, probabile segnale che l'economia tedesca chiuderà in crescita, sia pure debole, anche il quarto trimestre. Weidmann, smorzando le aspettative sul "QE", lascia Piazza Affari in lieve calo (-0,14%), mentre Francoforte e Parigi restano positive. Lo spread italiano chiude in calo sotto 140, con il tasso sul Btp decennale ai minimi storici al 2,18%.

I mercati s'interrogano sulle prossime mosse della Bce. Draghi avrà occasione per tornare sull'argomento giovedì 27, prima del silenzio che durerà fino al consiglio Bce del giovedì successivo. Già allora, scrivono gli economisti di Credit Suisse, potrebbe preannunciare nuove misure in aggiunta agli attuali prestiti 'Tltro' e acquisti di prestiti cartolarizzati e obbligazioni garantite (finora 12,7 miliardi di euro).

Ma molti economisti - come Erik Nielsen di Unicredit - sono cauti e avvertono che la Bce si muoverà con gradualità: magari aggiungendo, via via, acquisti di bond emessi dalle aziende e poi dalle agenzie europee, e lasciando i titoli sovrani come ultima spiaggia, nel caso di deflazione imminente. Un segnale importante arriverà dall'inflazione dell'Eurozona a novembre, venerdì, che secondo gli economisti rischia di riscendere allo 0,3% (0,4% a ottobre). Lo stesso giorno è la volta della fiducia economica nell'Eurozona, prevista in calo.

Cambia la tua password

Desideri veramente cancellare il tuo profilo?

Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.

Scoprite ogni settimana i nostri servizi più interessanti.

Iscrivitevi ora per ricevere gratuitamente i nostri migliori articoli nella vostra casella di posta elettronica.

La dichiarazione della SRG sulla protezione dei dati fornisce ulteriori informazioni sul trattamento dei dati.