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Ex ministre francesi contro le molestie, ora basta

La direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde KEYSTONE/EPA BLOOMBERG POOL/LUKE MACGREGOR / POOL sda-ats

(Keystone-ATS) Uno stillicidio di testimonianze e denunce per molestie, commenti pesanti, carezze non gradite. E poi casi clamorosi che hanno riempito le prime pagine dei giornali di mezzo mondo – vedi Dominique Strauss-Kahn o il leader dei verdi Denis Baupin.

Così diciassette ex ministre francesi, in un fronte compatto e assolutamente bipartisan, hanno preso carta e penna e scritto un appello contro le molestie sessuali e il sessismo pubblicato oggi sul Journal du Dimanche.

L’iniziativa, che vede schierata anche l’attuale direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, è nata dopo le accuse e l’inchiesta per molestie, aperta nei giorni scorsi dalla procura di Parigi, nei confronti del leader dei Verdi, il deputato Denis Baupin, che si dice innocente ma che è stato costretto a dimettersi dalla vicepresidenza dell’Assemblea nazionale. Vicenda imbarazzante anche per il governo visto che la compagna di Baupin è la ministra della Casa Emmanuelle Cosse.

“Ci siamo impegnate in politica per ragioni diverse, difendiamo idee diverse, ma condividiamo la volontà che il sessismo non trovi spazio nella nostra società. Siamo state ministre, siamo state elette. E come tutte le donne che accedono a un ambiente prima considerato esclusivamente maschile, abbiano dovuto subire e lottare contro il sessismo. Ora basta. L’impunità è finita. Non taceremo più”, si legge nel testo firmato, tra le altre, da Roselyne Bachelot, Elisabeth Guigou, Aurélie Filippetti e Rama Yade.

Le ex ministre avanzano inoltre alcune proposte, come l’allungamento dei tempi di prescrizione per il reato di molestie o la possibilità per le associazioni competenti di denunciare al posto delle vittime. Un problema quello denunciato oggi che era già stato sollevato più o meno un anno fa da un collettivo di una quarantina di giornaliste dal nome esplicito ‘Bas les Pattes’, ‘Giù le zampe’, che si era concentrato sui comportamenti tenuti da diversi politici nei confronti delle croniste. Nel mirino era finito anche il ministro delle finanze Michel Sapin colpevole di aver fatto commenti allusivi e di aver allungato le mani su una giornalista che si era chinata a raccogliere una penna. E Libération sull’onda del caso Baupin nei giorni scorsi aveva lanciato un appello di politici, militanti ed esponenti di tutte le formazioni, “Molestie e politica” che in poche ore aveva fatto il pieno di firme. Un diffondersi di iniziative che ha lo scopo di far cadere quel muro di impunità che protegge chi detiene posizioni di potere dando la forza alle vittime di denunciare le molestie superando imbarazzi e timori.

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