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Federali 2011, barometro SSR senza scossoni

(Keystone-ATS) Verdi liberali (+3,2%) e Partito borghese democratico (2,9%): queste le due formazioni politiche che avrebbero fatto dei passi in avanti se si fosse votato a fine luglio per il Consiglio nazionale.

In calo, rispetto al 2007, UDC (-1,5%), PLR (-1,6%) e PS (-1%); leggerissima crescita per PPD (+0,5%) e Verdi (+0,5%). E’ quanto emerge dal 5. barometro elettorale della SSR, realizzato dall’istituto gfs.bern.

La forza politica maggiore, dal profilo della percentuale, sarebbe rimasta l’Unione democratica di centro con il 27,4% dei consensi, seguita da Partito socialista (18,5%), Partito liberale radicale (16,1%), Partito popolare democratico (15.0%), Verdi (10,1%), Verdi liberali (4,6%), Partito borghese democratico (2,9%). In calo rispetto a quattro anni or sono le intenzioni di voto: 46% (-2%). Il sondaggio, compiuto tra il 25 luglio e il 6 agosto, ha riguardato 2005 cittadini di ogni regione del Paese; il margine di errore è valutato a +/- 2,2%.

In sostanza prosegue il calo dell’UDC che si era già profilato a giugno, anche se di pochissimo (dal 27,5 al 27,4%). Il PS, in un mese, cala dal 18,9 al 18,5%; il PLR sale dal 15 al 16,1%, così come il PPD, dal 13,4 al 15%. Sempre nel confronto con il precedente barometro, i Verdi liberali scendono dal 5,2 al 4,6%, i Verdi passano dal 10 al 10,1% e il PBD dal 3 al 2,9%.

Nuove preoccupazioni

Rispetto a giugno, da segnalare che a dieci settimane dal 23 ottobre, giornata in cui si terranno le elezioni federali, sono mutate le preoccupazioni dei cittadini. L’effetto Fukushima, ossia la paura derivante dal nucleare dopo il disastro alla centrale nipponica, è come evaporato. Oggi al primo posto dei timori e delle preoccupazioni, tali da influenzare le scelte dei cittadini, è di nuovo la questione migratoria (per il 43%). Il 29% degli intervistati indica l’ambiente ed energia (29%), il 15% la situazione economica. A giugno, in occasione del precedente barometro, quest’ultima voce figurava soltanto al settimo posto (6%).

Nelle prossime settimane saranno la forza del franco rispetto all’euro e al dollaro e in generale le questioni economiche a tener banco a influenzare verosimilmente le intenzioni di voto degli elettori. Intanto il 79% delle persone intervistate ritiene che la forza della moneta elvetica porterà più svantaggi che vantaggi, in quanto comprometterà le esportazioni. Solo il 14% la vede diversamente. Il 60% ritiene anche che ne risentiranno i posti di lavoro e che le autorità non facciano abbastanza.

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