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Fiera fa rima sempre più con virtuale: via il capannone, qua il web

Quest'anno Art Basel è stata online. KEYSTONE/EPA/RHONA WISE sda-ats

(Keystone-ATS) Visitare una fiera d’arte o immobiliare rimanendo seduti sul divano non è più qualcosa di futuristico: nel contesto dell’epidemia le cosiddette fiere virtuali hanno conosciuto un boom e alcuni non esitano a suonare la campana a morto per i formati tradizionali.

Da oggi a domenica si tiene la fiera immobiliare Home-E-Fair, organizzata congiuntamente da Sotheby’s International Realty e Crowdhouse. Gli organizzatori sperano in alcune migliaia di visitatori, spiega all’agenzia Awp il portavoce del Crowdhouse Michael Meier. Ma si prevede che le dimensioni del fenomeno aumentino.

Quest’anno si sono svolte online anche altre fiere di portata internazionale. Nel mese di giugno Art Basel ha invitato i visitatori a passeggiare nei padiglioni espositivi virtuali. I grandi eventi, come la fiera dei videogiochi Gamescom e la Fiera del libro di Francoforte, ma anche quelli più piccoli, come la fiera studentesca Poly-E-Fair del Politecnico federale di Zurigo, si sono affidati interamente o in parte ai canali digitali.

Secondo Michael Betz, specialista di marketing dell’Università di San Gallo, ci si può ragionevolmente aspettare che le fiere virtuali abbiano successo. “I clienti utilizzano intensamente i canali digitali sempre più spesso per trovare informazioni o per fare acquisti”, argomenta. “Per questo motivo sono convinto che questi sviluppi influenzeranno anche le fiere e le esposizioni”.

L’edizione digitale di quest’anno di Art Basel ha attirato 230’000 visitatori – appassionati d’arte, collezionisti e galleristi – una cifra superiore al numero di partecipanti all’edizione fisica del 2019. In totale sono state esposte circa 4000 opere d’arte per un valore milionario. Tuttavia, gli organizzatori non hanno indicato quante opere sono state effettivamente vendute alla mostra.

Anche gli organizzatori della Home-E-Fair vogliono vendere. Ma per acquisti immobiliari del valore di milioni di euro, secondo Meier, ci vuole ancora qualcosa di più di un tour virtuale per concludere un affare.

Secondo Betz però i beni strumentali come le ville di lusso o le opere di Jeff Koons potrebbero in futuro passare di mano alle fiere virtuali. “Vent’anni fa, era impossibile per le persone acquistare merci così costose come un’auto sul web”, dice. “Oggi invece molti acquirenti prendono la loro decisione dopo aver cercato online e ritirano l’auto in concessionaria senza nemmeno provarla”.

Per l’Home-E-Fair show, l’obiettivo è soprattutto quello di stabilire nuovi contatti. I partecipanti possono così discutere delle tendenze e delle sfide attuali del mercato immobiliare. La vendita non è l’obiettivo primario di tutte le fiere, conferma Betz: l’idea è piuttosto quella di avvicinarsi ai potenziali clienti.

“Sul web i numeri non mentono”, afferma l’esperto. “I clienti seriamente interessati lasciano i loro recapiti”. Questo fa automaticamente una cernita, allontanando gli “scrocconi” che vanno alle fiere solo per beneficiare dei piccoli regali.

Con la pandemia di coronavirus, il cambiamento finora latente sta accelerando, spiega Betz. “Andrei ancora oltre e direi che molte delle fiere che sono state cancellate quest’anno non si terranno mai più nella forma che hanno avuto finora”. Il comportamento dei consumatori sta cambiando, poiché le giovani generazioni, cresciute con le nuove tecnologie, stanno gradualmente entrando nel mondo del lavoro. I formati espositivi basati su infrastrutture gigantesche non sono più in voga, sostiene lo specialista.

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