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FMI/Banca mondiale: delegazione svizzera moltiplica incontri a Lima

(Keystone-ATS) La delegazione svizzera all’assemblea annuale del Fondo monetario internazionale (FMI) e della Banca mondiale, con la presenza dei consiglieri federali Eveline Widmer-Schlumpf e Johann Schneider-Ammann, ha moltiplicato gli incontri durante i tre giorni a Lima.

Widmer-Schlumpf ha incontrato il suo omologo francese Michel Sapin, ha fatto sapere oggi all’ats Brigitte Hauser-Süess, a capo della comunicazione del Dipartimento federale delle finanze (DFF). Parigi verserà nei prossimi giorni diverse decine di milioni di franchi di ristorni d’imposta dei lavoratori frontalieri, ha assicurato Sapin.

Il ritardo nei versamenti di questi importi, per cui la Francia aveva tempo fino al 30 giugno, aveva recentemente suscitato il malumore dei cantoni Giura e Vaud. Quest’ultimo dovrebbe ricevere 101,6 milioni di franchi. Gli altri cantoni interessati sono Neuchâtel, Vallese, Basilea Campagna e Città, Berna e Soletta.

Widmer-Schlumpf ha anche incontrato il ministro italiano dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, con cui ha discusso dei contenziosi aperti tra Berna e Roma. La ministra elvetica ha poi anche parlato con il collega tedesco Wolfgang Schäuble dell’utilizzo dei documenti bancari a fini fiscali.

Più in generale, nel quadro del comitato monetario e finanziario internazionale del FMI, la Svizzera ha ricordato di privilegiare misure strutturali in particolare per migliorare la gestione delle finanze pubbliche, indica il DFF. Ha anche sottolineato i pericoli di una politica monetaria accomodante.

La persistenza di tale politica espansionistica è suscettibile “di generare un’allocazione inappropriata delle risorse e di favorire la formazione di una bolla sui mercati finanziari”, ritiene il DFF.

Il presidente della Banca nazionale svizzera (BNS) Thomas Jordan, presente anche lui nella capitale peruviana, ha detto da parte sua di vedere solo un rischio modesto che la Svizzera sprofondi in una spirale negativa di prezzi e salari. Nel caso in cui il franco svizzero non si apprezzi e il prezzo del petrolio non diminuisca, la Confederazione dovrebbe tornare su un tasso d’inflazione nullo a inizio del 2017, ha spiegato a margine dell’assemblea.

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