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Francia, adottato accordo fiscale con Svizzera

(Keystone-ATS) La Francia ha adottato oggi definitivamente l’accordo fiscale con la Svizzera destinato a migliorare lo scambio di informazioni bancarie e fiscali tra i due Paesi. Parigi ha inoltre approvato un’intesa simile con Singapore.

I due testi di legge, accolti all’unanimità dal Senato francese, mirano a “prevenire l’evasione e la frode fiscale in materia di imposte sul reddito”, si legge in una nota odierna del Parlamento francese.

Grazie all’accordo franco-svizzero, firmato nel 2014 da Parigi e Berna, il fisco francese potrà inoltrare alla Confederazione richieste di assistenza amministrativa riguardanti “gruppi di contribuenti”. Non dovrà invece più fornire, come succedeva in precedenza, i loro nomi e indirizzi, ha precisato il ministero francese delle Finanze.

“Per le informazioni bancarie, lo Stato non sarà più obbligato a conoscere e quindi a designare l’istituto di credito che detiene gli elementi ricercati”, ha aggiunto il ministero delle Finanze, per il quale questo accordo è la dimostrazione del “miglioramento degli scambi di informazioni con la Svizzera”.

Il secondo testo, firmato nel 2015 tra Parigi e Singapore, riguarda lo sviluppo degli scambi commerciali con la Città Stato asiatica e comporta pure disposizioni volte a prevenire la frode fiscale. Secondo il ministero francese delle Finanze, esso mette la parola fine “alle situazioni di non imposizione”.

Lunghi negoziati

L’adozione di questi due accordi “segna la fine di lunghi negoziati”, si è rallegrato il segretario di Stato al Bilancio francese, Christian Eckert. “Si tratta di una nuova importante tappa nella lotta contro la frode e l’evasione fiscale intrapresa dal governo”, ha aggiunto.

Il cosiddetto “Service de traitement des déclarations rectificatives” – creato da Parigi nel 2013 per consentire ai contribuenti di regolarizzare gli averi non dichiarati che detengono all’estero – ha permesso l’incasso di 1,9 miliardi di euro di introiti fiscali supplementari nel 2014, e di 2,65 miliardi nel 2015. Secondo il ministero delle Finanze, circa 45’000 richieste – concernenti per il 91% averi detenuti in Svizzera – sono state finora registrate dal Servizio.

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