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Francia, attacchi frenano ripresa Pil

(Keystone-ATS) L’impatto degli attentati si fa sentire sull’economia francese e nell’ultimo trimestre dell’anno si ‘mangerà’ lo 0,1% di crescita. L’effetto, però, sarà “limitato e temporaneo” e nel 2016 il Pil dovrebbe ritrovare il passo perduto.

A prevederlo è l’istituto di statistica nazionale Insee, che nella sua nota di congiuntura rivede al ribasso le sue stime per il Pil nell’ultimo trimestre di quest’anno, di 0,2 punti a +0,2%, ma lascia immutate quelle per i prossimi due trimestri, con un +0,4% ciascuno. La stima di crescita complessiva per il 2015 è fissata all’1,1%, livello più elevato dal 2011 e lievemente superiore all’1% previsto dal governo in finanziaria.

Intanto, il ministero dell’Interno transalpino ha imposto una sorveglianza rafforzata intorno ai luoghi di culto cristiani per le feste natalizie: per le oltre 500 messe che si celebreranno a Parigi e dintorni il 24 e 25, agenti di sicurezza e metal detector controlleranno ogni persona all’ingresso, e ai responsabili delle parrocchie è chiesto di segnalare ogni movimento sospetto.

Mentre i giudici antiterrorismo stanno esaminando una registrazione dell’attacco al Bataclan, realizzata involontariamente dai tecnici del suono del locale, che offre un resoconto “agghiacciante” di quei tragici momenti, tra spari, urla delle vittime e richieste d’aiuto.

L’impatto degli attentati e della sensazione di insicurezza che li ha seguiti, spiega l’Insee, dovrebbe farsi sentire soprattutto sul consumo di servizi commerciali, in primo luogo alberghi e ristoranti seguiti da trasporti e intrattenimento.

La contrazione di questi consumi dovrebbe essere dello 0,3% sul trimestre in corso, pari a circa due miliardi di euro in meno, e far perdere al Pil 0,1 punti percentuali di ritmo di crescita. “È lo scenario che ci sembra il più probabile: i consumi delle famiglie e la crescita francese avrebbero una flessione a fine anno ma darebbero prova di resistenza”, ha commentato Vladimir Passeron, capo del dipartimento autore dello studio.

Ad aiutare la tenuta dell’economia transalpina è un “contesto internazionale molto favorevole”, che beneficia degli effetti combinati di bassi tassi d’interesse ed euro debole, oltre che di un ulteriore calo dei prezzi del greggio.

Dovrebbe inoltre proseguire, sempre nelle previsioni dell’istituto statistico, la ripresa degli investimenti delle aziende registrata nei mesi scorsi, in particolare nel settore manifatturiero, stimolata da misure temporanee di sostegno inserite nella cosiddetta ‘Legge Macron’ per il rilancio della crescita.

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