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Francia: autunno difficile in vista per Hollande

(Keystone-ATS) Le vacanze sono durate appena una settimana per François Hollande e i suoi ministri, e la ripresa del lavoro si preannuncia già ricca di dossier spinosi, soprattutto in ambito economico.

Il primo della lista, sul tavolo dell’Eliseo già da stamattina, restano le proteste degli allevatori. Le misure straordinarie di sostegno al settore annunciate a fine luglio non sono bastate a riportare la calma, e la diatriba sul prezzo della carne resta accesa.

Al centro della tormenta, in particolare, il mercato all’ingrosso dei suini in Bretagna, dove da una settimana le quotazioni, e quindi la vendita degli animali, sono sospese per l’assenza dei due principali acquirenti, che denunciano prezzi troppo elevati. Posizione opposta a quella degli allevatori, secondo cui il prezzo attuale è il minimo per garantire la loro sopravvivenza.

L’allevamento non è però l’unico settore in difficoltà: tutta l’economia francese nel secondo trimestre dell’anno ha frenato, e il Pil si è fermato a crescita zero. Il governo si dice tranquillo e mantiene l’obiettivo di arrivare a una crescita di +1% sull’insieme del 2015, ma l’opposizione ha già lanciato forti critiche alle recenti scelte in materia di politica economica. A cominciare dalla controversa “legge Macron”, che riunisce un’eterogenea lista di riforme con l’obiettivo comune di “sbloccare l’attività economica”, approvata durante l’estate solo grazie all’impegno di responsabilità, equivalente della questione di fiducia, posto dal Premier Manuel Valls.

Non facilita le cose l’inatteso bisogno di cambiare ministro del Lavoro. Dopo poco più di un anno di mandato, infatti, François Rebsamen ha deciso di tornare a fare il sindaco di Digione, dopo l’improvvisa morte del suo successore. Secondo quanto anticipano i media transalpini, il suo posto dovrebbe andare a un altro fedelissimo di Hollande, l’attuale ministro dell’Agricoltura Stéphane Le Foll, in prima linea quest’estate proprio per la questione degli allevatori.

Restano poi aperti i dossier europei, dalla governance dell’eurozona al problema dei migranti, con cui la polemica con Londra non accenna a placarsi. La città di Calais è sempre più in difficoltà per il massiccio afflusso di irregolari che tentano di attraversare la Manica, e il turismo comincia a risentirne, con presenze che in netto calo in molte strutture. Le autorità locali da tempo accusano la Gran Bretagna di non fare abbastanza, e chiedono a Hollande più fermezza nelle trattative. Nel frattempo, il governo di Parigi ha chiesto alla Commissione europea 2,37 milioni di euro per Calais, dal fondo per Asilo e integrazione.

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