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Francia: battaglia contro legge lavoro di Hollande

(Keystone-ATS) In tutta la Francia 68’000 persone, 10’000 a Parigi, sono scese oggi in piazza contro la nuova legge sul lavoro. Come negli ultimi due mesi, le manifestazioni di oggi sono state caratterizzate da incidenti, a tratti vera guerriglia.

In particolare a Parigi e Nantes, ma anche nelle altre città si sono registrati scontri e tafferugli, con un fotoreporter ferito per il lancio di una bottiglia. Alla fine, il ministero dell’Interno ha fornito la cifra di 87 fermati.

Dall’Ecole Militaire a Denfert-Rochereau, i manifestanti parigini hanno sfilato ma prima dell’arrivo nel grande piazzale sono cominciati gli scontri con la polizia: giovani incappucciati, agenti con i caschi, sassi e bottiglie contro la polizia, lacrimogeni verso il corteo. Uno scenario ben noto in queste ultime settimane, con i più scatenati a gridare slogan contro la polizia a pochi metri dagli agenti, i più violenti impegnati a lanciare i “pavé” divelti dalla strada.

Neppure il cordone di agenti e il servizio d’ordine dei 7 sindacati che avevano convocato la manifestazione sono riusciti ad evitare il degenerare della manifestazione. “Non cederò – aveva detto stamattina Hollande – troppi governi hanno ceduto ed è la causa delle condizioni in cui ho trovato il paese nel 2012”.

La riforma della ministra Myriam El Khomri – che garantisce più flessibilità nel codice del lavoro introducendo il principio delle contrattazioni d’impresa che prevalgono su quelle collettive – è stata “discussa, concertata, corretta, emendata: i sindacati riformisti appoggiano il testo e la maggioranza dei socialisti lo vota”, ha detto il presidente.

Sui ‘casseur’, poi, nessun cedimento: con loro “è ora di finirla, quello che fanno non potrà restare senza risposta. Manifestare è un diritto, distruggere è un reato”. La riforma è passata giovedì in Assemblea nazionale grazie alla scorciatoia del 49/3, stratagemma con il quale il governo pone la questione di fiducia evitando le migliaia di emendamenti delle opposizioni.

Manuel Valls, a Rennes, ha fatto eco alle parole di Hollande: “Di fronte a individui incappucciati, con i caschi, dei vili, ai quali non sempre si può dare un nome o un’appartenenza politica, ogni parola, ogni atto deve trovare una risposta chiara, netta, della Repubblica, dell’azione della polizia e della giustizia”, ha detto il primo ministro.

Violenze a Nantes, camionisti – i primi ad aprire oggi la lunga settimana di scioperi – impegnati in blocchi stradali, manifestanti che hanno bloccato i treni diretti a Parigi sulle rotaie in Bretagna, grande tensione nei cortei di Rennes, Marsiglia, Tolosa. Nell’ambito delle rigide regole dello stato d’emergenza, a 53 manifestanti era stato recapitato un divieto della prefettura – dopo le violenze loro contestate nelle precedenti dimostrazioni – a tornare nei cortei. Oggi il tribunale le ha annullate quasi tutte, accogliendo l’osservazione degli avvocati che “non si può impedire a nessuno di manifestare, è una violazione delle libertà fondamentali”. Vicenda singolare quella del fotoreporter noto con lo pseudonimo di NnoMan, già fermato come casseur e raggiunto dal divieto.

Anche per lui il giudice ha deciso di cancellare l’ordinanza del prefetto ma il fotografo è stato di nuovo bloccato mentre cercava di accedere al cuore della manifestazione durante gli scontri di oggi. Successivamente, su Twitter, la testimonianza di alcuni che lo hanno visto finalmente filmare la manifestazione dopo aver avuto accesso da un altro lato del corteo.

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