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Francia: fila per docce pubbliche, non solo i senza tetto

(Keystone-ATS) Non solo i senzatetto e i clochard. Immigrati, precari, ma anche studenti, pensionati, lavoratori poveri, che rinunciano all’acqua calda in casa per risparmiare, fanno la fila più volte a settimana nei bagni municipali di Parigi per lavarsi.

Questa estate, con il caldo e la crisi, sono sempre di più. A Parigi almeno un milione di persone (l’80% sono uomini) ricorre alle docce pubbliche. La capitale ne conta 17. Ce ne sono in centro e nei quartieri più ricchi, ma la maggior parte si concentra nei quartieri popolari del centro est.

Aperte cinque giorni e mezzo a settimana le docce della rue des Haies sono tra le più frequentate della capitale. Costruite nel 1927, sono diventate patrimonio storico della città.

Con la crisi il via vai nelle docce pubbliche parigine si fa sempre più intenso. Tanto che la città sta per aprirne di nuove nel quartiere chic dell’Opera. E pensare invece che i “bains-douches”, diffusi alla fine dell’800, sembravano destinati a scomparire negli anni 80: all’epoca, con l’affluenza in calo, chiudevano una dopo l’altro. Per una doccia calda di una ventina di minuti bisognava ancora sborsare 7,50 dei vecchi franchi (neanche due euro di oggi). Le cose però sono cambiate a partire dal 2000, quando le strade di Parigi si sono riempite di poveri e senza tetto: il primo marzo l’accesso ai bains-douches è diventato gratuito.

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