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Francia: riforma lavoro, domani la fiducia

Il primo ministro Manuel Valls KEYSTONE/AP/CHRISTOPHE ENA sda-ats

(Keystone-ATS) Vigilia d’armi in Francia, dove domani il governo – nonostante le proteste della sinistra dissidente e dei sindacati – ha deciso di far passare la legge di riforma del lavoro con la scorciatoia della legge 49/3, praticamente il voto di fiducia.

L’agguato che l’agguerrita truppa dei dissidenti di sinistra voleva tendere al governo di François Hollande e Manuel Valls è sfumato per appena due firme mancanti: ne sarebbero servite 58 per presentare una mozione di censura contro il governo (diversa da quella che domani presenterà la destra, spiegano i “frondisti”), ma ne sono arrivate 56.

Il governo, dopo aver capito che probabilmente dalla palude degli oltre 5.000 emendamenti non sarebbe mai uscito, ha deciso ieri di puntare diritto al risultato. “È l’arma dei deboli”, ha tuonato Christian Paul, capofila socialista della fronda che ormai da molti mesi è la spina nel fianco del governo.

Dal punto di vista pratico, domani il governo non rischia niente. I numeri sono dalla sua parte, ogni mozione di censura – salvo sorprese o alleanze imprevedibili – sarà respinta. In Francia soltanto nel 1962 una mozione di censura ebbe successo, e in quel caso si dibatteva in parlamento di una legge costituzionale.

Ma Hollande e Valls, al minimo storico per un presidente e un premier nei sondaggi di popolarità, temono che il clima sociale si surriscaldi ulteriormente. Già ieri sera, all’annuncio del ricorso alla fiducia, circa 500 persone, la maggior parte animatori della Nuit Debout, le notti di protesta alla République, si sono immediatamente radunate a protestare sotto l’Assemblea nazionale.

Stasera, alla vigilia del varo della legge, disordini in diverse città. La più “calda” si è rivelata Tolosa, dove quattro persone sono state fermate al termine di una manifestazione. Si erano introdotte con intenzioni bellicose negli uffici di una deputata socialista. Sempre a Tolosa, e a Lione, sono state danneggiati i locali di sedi del partito socialista: vetri e finestre in frantumi, scritte minacciose su muri e portoni, uffici saccheggiati.

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