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Francia: S&P bacchetta la politica di Hollande

(Keystone-ATS) Martedì era stata la Commissione europea a gelare la Francia e il presidente Hollande, stimando nelle sue previsioni economiche una riduzione del deficit più lenta del previsto. Oggi è stata la volta di Standard & Poor’s, che ha tagliato il rating sul debito a lungo termine di Parigi, da AA+ con outlook negativo ad AA con outlook stabile.

Le riforme elaborate fin ora dal governo transalpino “in materia di tasse e di mercato dei prodotti, dei servizi e del lavoro”, spiega in una nota l’agenzia di rating, non sono sufficienti a rilanciare “sostanzialmente” un’economia indebolita dalla crisi, e “la disoccupazione ancora elevata indebolisce il sostegno per ulteriori misure rilevanti di politica fiscale e strutturale”. Una situazione che, conclude S&P, genera a sua volta ulteriori ostacoli per lo sforzo di risanamento di bilancio in corso.

Il verdetto negativo di Standard & Poor’s non è però diretto all’economia francese in se stessa, ma piuttosto alla strategia messa in campo di Hollande e dell’esecutivo. Le motivazioni del downgrade riconoscono infatti la “forza soggiacente” del tessuto produttivo e del settore privato transalpino, ma rimarcano poi, con tono spiccatamente critico, l'”incapacità del governo di ridurre la spesa”, le iniziative “probabilmente insufficienti per sbloccare il potenziale di crescita” e gli “impegni sul consolidamento di bilancio, più volte reiterati, basati su incrementi del già elevato fardello fiscale”.

Per questo, sottolineano diversi commentatori, l’impatto negativo di questo taglio del rating si farà probabilmente sentire molto di più sull’andamento della popolarità di Hollande che su quello dei mercati o dello spread del debito sovrano francese. La Borsa di Parigi non ha in effetti pagato più di tanto la decisione di Standard & Poor’s, e ha chiuso la giornata in lieve calo, dello 0,48%, dopo una settimana di scambi poco animati e di variazioni sempre inferiori all’1%.

Dal canto suo, Hollande non è sembrato intenzionato a farsi scoraggiare dalla bocciatura. “Confermerò la mia strategia, e quella che è la nostra rotta”, ha dichiarato uscendo da un meeting all’Eliseo con rappresentanti delle istituzioni finanziarie internazionali. Ancora più battagliero il ministro dell’Economia Pierre Moscovici, che in una nota emessa in mattinata prima se la prende con i “giudizi critici e inesatti” di Standard & Poor’s, poi “ricorda che il governo negli ultimi diciotto mesi ha messo in atto riforme di spessore per rilanciare l’economia del Paese, i suoi conti pubblici e la sua competitività”.

Critico con l’agenzia di rating americana anche il governatore della Banque de France, Christian Noyer, che da Londra commenta: “Personalmente, ritengo che l’analisi, per quello che ho letto, è incompleta. Un’altra opinione, basata sugli stessi fatti, avrebbe potuto sostenere che il Paese è sulla buona strada”. Gli analisti di S&P avrebbero in particolare trascurato, a suo parere, “ciò che è già stato fatto da diversi anni in materia di riduzione del deficit” e gli effetti della riforma del mercato del lavoro.

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