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Fuliggine aumenta riscaldamento globale di mezzo grado Celsius

Una ricerca del Politecnico federale di Zurigo ha rilevato che le particelle di fuliggine giocano nel cambiamento climatico un ruolo più importante di quanto finora ipotizzato, contribuendo al riscaldamento della terra per circa mezzo grado Celsius. KEYSTONE/DPA/OLIVER BERG sda-ats

(Keystone-ATS) Una ricerca del Politecnico federale di Zurigo (ETH) ha rilevato che le particelle di fuliggine giocano un ruolo per le previsioni climatiche più importante di quanto ipotizzato finora.

In combinazione con l’ozono e l’acido solforico, esse formano dei tipi di nubi che contribuiscono al riscaldamento della terra per circa mezzo grado Celsius.

Per gli scienziati dell’ETH le particelle di fuliggine, costituite principalmente da carbonio, sono da considerare il secondo più importante fattore trainante del riscaldamento globale dopo l’anidride carbonica. Ulteriori studi su di esse potrebbero quindi contribuire a sviluppare strategie di riduzione delle emissioni. “Ciò non gioverebbe solo al clima e alla qualità dell’aria, ma anche alla salute delle persone”, sottolinea David Neubauer, ultimo autore dello studio recentemente pubblicato sulla rivista “Nature Geoscience”.

Un gruppo di ricercatori guidato da Ulrike Lohmann, professoressa dell’ETH presso l’Istituto per l’atmosfera e il clima, ha utilizzato il computer ad alte prestazioni “Piz Daint” del centro di calcolo svizzero CSCS di Lugano per simulare e capire come la formazione di nuvole viene influenzata quando l’ozono o l’acido solforico si attaccano alle particelle di fuliggine. Si tratta di un fenomeno che cambia le proprietà chimiche e fisiche delle minuscole particelle.

Lo studio zurighese ha così rilevato che, in un’atmosfera con un contenuto di anidride carbonica doppio rispetto all’era preindustriale, la cosiddetta fuliggine stagionata all’ozono porta alla formazione di nuvole meno basse. E di conseguenza una maggiore quantità di radiazioni a onde corte raggiunge la terra, riscaldandola.

Dal canto loro le particelle di fuliggine invecchiate all’acido solforico agiscono invece come nuclei di ghiaccio e provocano la formazione di cirri spessi e duraturi, che arrivano fino alla tropopausa. Si tratta di nubi bianche di alta quota che assorbono una quantità maggiore della radiazione termica a onde lunghe emessa dalla terra e ne permettono una minore fuga nello spazio.

Gli scienziati zurighesi hanno così valutato che questi due processi messi assieme portano ad un aumento da 0,4 a 0,5 gradi del riscaldamento globale se il contenuto di anidride carbonica dell’atmosfera raddoppia rispetto all’era preindustriale.

Il clima terrestre dipende dal bilanciamento di due tipi di radiazioni: quella a onde corte, l’energia della luce visibile in arrivo dal sole e assorbita dalla terra, e quella a onde lunghe, l’infrarosso emesso dal globo verso lo spazio. Il riscaldamento globale è dovuto a una rottura di questo, soprattutto per l’anidride carbonica che intrappola le onde lunghe nell’atmosfera causando un accumulo di energia nel sistema climatico. Ora gli scienziati del politecnico zurighese hanno appurato che la fuliggine non va sottovalutata.

https://doi.org/10.1038/s41561-020-0631-0

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