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G7, politica estera e sicurezza nel menù discussioni

I leader del G7 a Taormina. KEYSTONE/AP/ANDREW MEDICHINI sda-ats

(Keystone-ATS) Politica estera e sicurezza: questo il tema centrale della colazione di lavoro tra i sette “grandi” oggi a Taormina che ha aperto il Vertice del G7 sotto la presidenza di turno del premier italiano Paolo Gentiloni.

Tra i temi evocati, che verranno ripresi poi nel pomeriggio: la situazione in Ucraina, con la volontà europea di mantenere le sanzioni con la Russia, l’allarme terrorismo dopo il recente attentato di Manchester, la minaccia nucleare nord coreana.

“Sappiamo che non sarà un confronto semplice, ma lo spirito di Taormina ci può aiutare nella direzione giusta”, ha commentato il premier Paolo Gentiloni, “padrone di casa” di questo vertice blindatissimo.

I lavori, che proseguiranno fino a domani, sono iniziati con un leggero ritardo rispetto alle previsioni. Gentiloni ha accolto i colleghi capi di Stato e di governo nel teatro greco di Taormina.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è giunto per ultimo e in ritardo: ha fatto aspettare gli altri leader per oltre una decina di minuti.

Dopo la foto di famiglia i Sette grandi hanno attraversato a piedi il centro storico di Taormina. All’inizio mancava Donald Trump, verosimilmente per ragioni di sicurezza, che li ha raggiunti sul belvedere. Poi l’ultima breve passeggiata fino al San Domenico Palace, che ospita i lavori.

La passeggiata in centro riassume emblematicamente le posizioni di questo G7. Il presidente degli Stati Uniti non ha ancora deciso la sua posizione sull’accordo di Parigi sul clima, e non appare in sintonia con i colleghi sulla questione dei migranti.

Primi screzi con gli alleati europei sono apparsi ieri al Vertice Nato di Bruxelles: Trump ha ricordato l’impegno preso a Glasgow dagli alleati di spendere per la difesa fino al 2% del pil e non ha voluto impegnarsi per la mutua difesa in seno all’Alleanza.

Inoltre “Der Spiegel” sostiene che l’inquilino della Casa Bianca avrebbe definito i tedeschi “cattivi”, visto il loro surplus commerciale.

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