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Gaza: Israele apre porte a Ban Ki-Moon e Ashton

(Keystone-ATS) GERUSALEMME – Israele è pronto ad aprire le porte della Striscia di Gaza a Ban Ki Moon e a Catherine Ashton. L’annuncio è giunto stasera dal ministero degli Esteri.
Il segretario generale dell’ONU e l’alto rappresentante della politica estera dell’UE, attesi entrambi nella regione entro la fine del mese, potranno far tappa liberamente nell’enclave palestinese controllata dal 2007 dagli integralisti di Hamas e sottoposta poco più di un anno fa a un’azione militare israeliana (‘Piombo Fusò) conclusasi dopo tre settimane con pesanti distruzioni e 1400 morti, in risposta ai lanci di razzi dei miliziani islamici.
Per Ban Kin Moon si tratta della seconda visita nella Striscia dopo ‘Piombo Fuso’; per la Ashton, fresca di nomina e in arrivo a Gerusalemme già il 17 marzo, di una sorta di battesimo del fuoco; per lo Stato ebraico di una relativa eccezione rispetto all’orientamento abituale di concedere permessi con il contagocce agli ospiti stranieri.
“In risposta a specifiche richieste giunte dal Segretario generale dell’Onu e dall’Alto rappresentante della Politica Estera e di Sicurezza dell’Ue – si legge nella scarna nota ufficiale inviata all’ANSA dal ministero – Israele ha deciso di facilitarne l’ingresso nella Striscia di Gaza, in modo da consentire loro di raccogliere un’impressione di prima mano sulle attività umanitarie in corso nell’area”.
Secondo voci rimbalzate da Bruxelles, Catherine Ashton potrebbe azzardare anche qualche contatto riservato e informale con esponenti di Hamas, malgrado l’Ue – come l’Onu – abbia inserito a suo tempo questa fazione palestinese nella lista nera delle organizzazioni che promuovono il terrorismo.
Ufficialmente, tuttavia, la notizia non ha trovato finora alcuna conferma. E del resto non si potrebbe concretizzare senza dar luogo a un’immediata crisi diplomatica con Israele, oltre che a tensioni interne alla stessa Unione.
Interpellato dall’ANSA, il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Yigal Palmor si è detto da parte sua certo che entrambe le missioni abbiano esclusivamente “finalità di carattere umanitario”.
Palmor ha presentato l’atteggiamento del suo governo rispetto alle due richieste come un gesto di buona volontà. “Non si tratta di casi unici”, ha sottolineato, ricordando la precedente visita dello stesso Ban – compiuta fra le macerie dei bombardamenti, subito dopo l’offensiva militare dell’anno scorso – ma anche quelle consentite nel recente passato attraverso il territorio israeliano al predecessore della Ashton, Javier Solana, o al presidente della commissione esteri del Senato americano (ed ex candidato alla Casa Bianca), John Kerry.
Riferendosi ai ‘no’ opposti invece a vari ministri degli Esteri, Palmor ha quindi spiegato che il suo governo “non ritiene utile favorire il moltiplicarsi di visite episodiche di ministri di singoli Stati, per non alimentare gli show di Hamas e i suoi tentativi di legittimarsi”. Ma non ha nulla in contrario a missioni mirate di “esponenti di istituzioni internazionali che rappresentano numerosi Paesi”.
D’altronde – ha sostenuto il portavoce – “diplomatici e giornalisti possono regolarmente visitare la Striscia e verificare di persona la situazione umanitaria” del milione e mezzo di persone che la abitano. “E’ la conferma – ha concluso – che non abbiamo nulla da nascondere”.

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