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GB: Guardian, austerità morde, impennata di bambini poveri

Con le politiche di austerità dei governi conservatori in Gran Bretagna centinaia di migliaia di bambini e anziani sono finiti nel gruppo dei cosiddetti nuovi poveri. Keystone/AP/LEFTERIS PITARAKIS sda-ats

(Keystone-ATS) I tagli imposti dall’austerità e dalle politiche dei governi conservatori in Gran Bretagna fanno sentire il loro morso ai più deboli fra i sudditi del Regno, centinaia di migliaia di bambini e anziani precipitati nel gorgo dei cosiddetti nuovi poveri.

La denuncia arriva dal giornale progressista The Guardian, che cita i dati di una ricerca della Joseph Rowntree Foudation.

I numeri sono impietosi: negli ultimi quattro anni, a partire dal 2012-13, si calcola che oltre 400’000 bambini e 300’000 ultra-65enni in più siano entrati a far parte del girone dei “disperati”: sulla soglia della sopravvivenza o sotto. Si tratta del primo incremento significativo della povertà registrata nel Paese da un ventennio, nota il Guardian.

Per la leader del sindacato dei trasporti TUC, Frances O’Grady, è la conferma del fatto che la crescita dell’economia dell’isola degli anni scorsi “non ha avuto un impatto equo” sui ceti svantaggiati e sulla classe lavoratrice, i cui salari reali sono oggi “più bassi di 10 anni fa”. Di qui la richiesta di aumentare almeno il salario minimo suggerito a 10 sterline all’ora.

Sullo sfondo, continuano intanto a far rumore le dimissioni in blocco, a partire dal presidente Alan Milburn, annunciate a fine settimana dall’intera Commissione per la Mobilità Sociale costituita in anni recenti per volere governativo. Dimissioni in segno di sfiducia nel governo di Theresa May e nelle promesse di maggiore giustizia sociale rimaste “solo parole”.

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