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GB: Osborne presenta finanziaria ‘dura ma giusta’

(Keystone-ATS) LONDRA – “Dura ma giusta”; “paga per il passato e fa piani per il futuro”; “una finanziaria progressista”: così ha definito la sua legge di bilancio d’emergenza il cancelliere dello Sacchiere britannico George Osborne, presentandola come un percorso “inevitabile” per arginare e iniziare a ripianare il deficit di 155 miliardi di sterline, “il più alto in Europa, con l’eccezione dell’Irlanda. Una sterlina su quattro che spendiamo è presa in prestito”, secondo quanto ha lui stesso sottolineato.
Alla vigilia del G20 di Toronto, è toccato dunque al giovane ministro delle Finanze conservatore (39 anni) presentare la dura ricetta della coalizione liberal-conservatrice, basata su risparmi nella spesa pubblica e nuove tasse, con la manifesta intenzione di “far pagare di più ai più ricchi, e meno ai poveri”, anche se “siamo tutti insieme in questo, e tutti pagheranno qualcosa”.
Obiettivo finale del governo – che ha annunciato l’abbandono della ‘golden rule’ cara a Gordon Brown, ovvero prendere a prestito per investire nello stesso ciclo economico, – è il debito strutturale sostanzialmente eliminato entro il 2015-16. Nella marcia verso questo traguardo, Osborne ha presentato i contorni economici del prossimo futuro, e le previsioni del governo: l’economia britannica dovrebbe crescere dell’1,2% quest’anno e del 2,3% il prossimo, fino a un picco del 2,9% nel 2013. La disoccupazione viene prevista all’8,1% alla fine del 2010, con una discesa costante fino al 6,1% nel 2015. L’obiettivo dell’inflazione resta il 2% (ma a fine anno si dovrebbe attestare al 2,7%).
Poi ha affrontato il capitolo tasse, fatto di aumenti ma anche di qualche sgravio per le aziende (Osborne ha detto di volere “una ripresa guidata dalle imprese”). Innanzitutto l’Iva, che salirà dal 17,5% al 20 il 4 gennaio 2011, mentre non ci saranno per il momento i vociferati aumenti fiscali su alcol, tabacco e carburanti. La tassa sulle rendite da capitale resterà al 18% per coloro che hanno redditi bassi e medi, ma sale al 28% per i redditi più alti. C’é poi quella che è forse la tassa-simbolo di questa finanziaria: quella sul bilancio d’esercizio delle banche, a partire dal 2011, una misura presto adottata anche da Francia e Germania e che porterà 2 miliardi di sterline nelle casse pubbliche.

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