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GE: Erwin Sperisen minimizza il proprio ruolo di capo della polizia

(Keystone-ATS) Erwin Sperisen ha minimizzato a più riprese oggi il proprio ruolo di capo della polizia nazionale guatemalteca, negando qualsiasi responsabilità nell’esecuzione, da parte di membri delle forze dell’ordine, di dieci detenuti nel 2005 e nel 2006, per l’uccisione dei quali è sotto processo da ieri davanti al Tribunale criminale di Ginevra.

In merito al decesso di tre prigionieri evasi nel 2005 dal carcere “El Infiernito”, vicino a Città del Guatemala, il 43enne cittadino svizzero e guatemalteco ha affermato di essere stato informato delle circostanze della loro morte dopo essere giunto in Svizzera.

“Non sapevo che uno degli evasi era stato arrestato il giorno prima. Mi è stato detto che era stato ucciso perché si opponeva al suo arresto”, ha dichiarato Sperisen ai giudici. L’accusa sostiene invece che il capo della polizia ha ordinato o sorvegliato telefonicamente l’esecuzione sommaria del detenuto, il cui corpo è stato rinvenuto crivellato di colpi l’indomani.

L’ex capo della polizia guatemalteca ha pure negato qualsiasi responsabilità nella morte di altri due evasi, catturati dopo un inseguimento durato giorni e i cui cadaveri sarebbero stati gettati da un elicottero su un campo di pallacanestro. Al riguardo, Sperisen ha indicato di essere stato informato che i fuggiaschi erano morti dopo uno scontro con la polizia.

L’imputato ha anche affermato di non aver saputo di un’operazione clandestina che avrebbe avuto quale obiettivo di eliminare i detenuti fuggiti dal carcere.

Come già ieri, le risposte evasive dell’imputato hanno irritato la presidente della Corte Isabelle Cuandet: “O lei è una marionetta manipolata dai politici e non sapeva niente e non capiva niente, oppure gli ordini venivano da lei e spettava a lei sorvegliare la loro esecuzione”, ha dichiarato.

Secondo Sperisen, era invece umanamente impossibile essere informato di tutto e sorvegliare ogni cosa. “Le ricordo che all’epoca si registravano in Guatemala da 4000 a 5000 omicidi all’anno, senza contare gli incidenti e i casi legati al traffico di droga”, si è difeso.

Il processo è proseguito nel pomeriggio con l’interrogatorio di Sperisen in merito all’intervento delle forze dell’ordine nel 2006 nella prigione di Pavon, volto a riprendere il sopravvento nel carcere, controllato dai detenuti. L’operazione era terminata con la morte di sette prigionieri.

In merito a questo episodio, l’imputato ha indicato di non aver assunto un ruolo specifico nell’intervento e di averne delegato la parte operativa a un subordinato. L’interrogatorio al riguardo proseguirà domani.

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