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Giappone-USA: al via manovre congiunte, ma Cina protesta

(Keystone-ATS) Giappone e Usa hanno dato il via a manovre militari congiunte incentrate sulla simulazione dell’attacco di un’isola, suscitando la dura reazione dei media cinesi nel mezzo delle tensioni territoriali tra Tokyo e Pechino.

“I cattivi fanno del male insieme”, ha detto un giornalista della Cctv, mentre l’influente quotidiano Global Times ha pure esortato la Cina a prepararsi per un possibile scontro. Le manovre coinvolgono le isole di Guam e Tinian (Marianne Settentrionali) e si concluderanno il 30 agosto.

Le manovre simulano “lo sbarco e la messa in sicurezza di una piccola isola”, in quelle che sono le prime del genere tenute congiuntamente vicino al Giappone.

Un funzionario del ministero della Difesa nipponica, riferisce l’Asahi Shimbun, metterà alla prova la cooperazione tra le forze di autodifesa di Tokyo e i Marine Usa: “Sarà la spinta alla dissuasione anche perchè ci rivolgeremmo a loro per il supporto in caso di emergenza”, ha rilevato la fonte.

Nessun Paese è stato ufficialmente menzionato come target, ma a dare fuoco alle polveri, sul lato cinese, sono stati i commenti anonimi, rilanciati dal quotidiano conservatore Sankei, di un funzionario sempre del ministero della Difesa giapponese per il quale lo scenario di riferimento era “ovviamente” la riconquista delle isole Senkaku (Diaoyu in cinese) “nel caso in cui le truppe di Pechino le dovessero prendere”.

Proprio il braccio di ferro sulla sovranità del piccolo e disabitato arcipelago nel mar Cinese orientale, amministrato da Tokyo e rivendicato da Pechino, è stato nei giorni scorsi alla base del duro scontro tra i due Paesi, con sbarchi dimostrativi di attivisti di entrambe le parti per far sventolare le bandiere dei rispettivi Paesi.

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