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Giustizia: conflitto d'interessi, Consiglio Europa boccia Italia

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 giugno 2011 - 13:13
(Keystone-ATS)

L'Italia ha dedicato insufficiente o nessuna attenzione al conflitto di interessi, all'adozione di un codice etico da parte dei membri del governo, alla protezione degli informatori (whistleblowers) e al rafforzamento delle misure anti-corruzione nel settore privato.

Questo, in sintesi, il giudizio che il 'Greco', organismo del Consiglio d'Europa per la lotta alla corruzione, esprime rispetto al recepimento di quattro delle 22 raccomandazioni che aveva rivolto alle autorità italiane nel 2009. Raccomandazioni con le quali invitava tra l'altro l'Italia a introdurre "restrizioni appropriate" al fine di prevenire possibili conflitti di interesse per coloro che passano dal pubblico al privato o viceversa.

"Le misure proposte nel disegno di legge del governo sulla lotta alla corruzione non sono ritenute sufficienti a raggiungere gli obiettivi indicati da Greco" si legge nel rapporto. "Il loro scopo rimane limitato e non vengono affrontati tutti i casi in cui può insorgere un conflitto di interesse".

L'organismo del Consiglio d'Europa si "rammarica" anche del fatto che l'Italia non abbia introdotto un codice di condotta per i membri del governo e che questo non sia stato fatto neanche dai parlamentari. Infine Greco critica il fatto che le autorità italiane non abbiano fatto niente per rafforzare i requisiti di resoconto dei bilanci per tutte le società, quotate e non, e assicurare che le sanzioni siano effettive, proporzionate e dissuasive.

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