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Google Street View: da oggi nuove immagini della Svizzera

(Keystone-ATS) Con un semplice click salire alla capanna del Monte Rosa, visitare il CERN a Ginevra o percorrere il sentiero che dal Monte Tamaro porta al Monte Lema: da oggi è possibile. Google ha infatti pubblicato nuove immagini “Street View” della Svizzera.

Ora sono dieci volte di più rispetto a prima, indica il motore di ricerca in un comunicato odierno.

Da oggi si possono visitare in modo digitale diverse attrazioni, anche ticinesi, come il sentiero che porta al San Salvatore o quello per raggiungere i tre laghetti alpini nei pressi di Bosco Gurin.

Elia Frapolli, direttore di Ticino Turismo citato nella nota, è entusiasta: “I bei sentieri ticinesi sono presentati con Street View in modo innovativo e autentico. Siamo convinti che queste gite virtuali invoglieranno gli appassionati a scoprire di più, grazie a Street View avremo quindi un asso nella manica”.

Tra le nuove immagini, tanto per citarne alcune, figurano anche la località di Zermatt, sentieri nel Vallese e nell’Oberland bernese, ma anche la città vecchia di Ginevra, il passo del Maloja o il centro di Basilea.

Anche Jürg Schmid, direttore di Svizzera Turismo citato nel comunicato, ha accolto positivamente questa novità: “Vediamo Street View come un dono per il turismo svizzero”. È una fantastica possibilità per mostrare le bellezze paesaggistiche e culturali della Svizzera, ha aggiunto.

Limiti per proteggere sfera privata

Google ha anche fatto sapere di non pubblicare in rete le immagini prese in un raggio di 70 metri da strutture definite sensibili, come studi psichiatrici, ospedali, rifugi per donne maltrattate, prigioni o scuole.

Questo provvedimento è stato preso per motivi di privacy, poiché “persone nelle vicinanze di queste istituzioni non devono essere riconoscibili”, ha detto all’ats Francis Meier, portavoce dell’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT). In questi casi vige la tolleranza zero.

A seguito di una sentenza del Tribunale federale del 2012, Google era già obbligato in precedenza a sfumare i volti delle persone visibili sulle sue immagini – con un margine di errore dell’1% – e a scattare foto da un’altezza massima di due metri. “Non bisogna vedere quello che non può vedere un normale pedone”, ha precisato Meier. Inoltre Google deve informare quando effettua le riprese e quando le mette online.

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