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Governo non condivide il parere di Pierre Rusconi su Italia

(Keystone-ATS) Nell’ambito del dibattito sul Rapporto sulla politica estera 2011, il deputato ticinese Pierre Rusconi (UDC) ha ricordato al consigliere federale Didier Burkhalter le relazioni tra la Svizzera e l’Italia, “difficili durante il 2011 e non buone nei primi due mesi del 2012”. Il Consiglio federale – ha risposto il ministro degli esteri – “non condivide l’analisi di Rusconi o la condivide solo in parte”.

Il deputato ticinese ha rimproverato al governo di “non agire”. “Ripetete sempre le stesse cose e intanto non si riesce a giungere a un’intesa. Le relazioni bilaterali non migliorano, anzi!. Il nuovo primo ministro italiano Mario Monti non vuole sentir parlare di un accordo sulla fiscalità del risparmio”.

Burkhalter ha ammesso che per un lungo periodo le relazioni con l’Italia non sono state buone. Occorre dunque dare la precedenza a questi rapporti affinché migliorino. Burkhalter ha auspicato la stessa cosa per le relazioni tra la Svizzera e la Francia.

Per il resto, diversamente dalla visione pessimista di Rusconi, il consigliere federale ha indicato che nei primi mesi dell’anno vi è stato un incontro con il ministro degli esteri italiano, “col quale abbiamo potuto affrontare tutti i problemi, constatando la volontà di andare avanti”.

Mario Monti afferma di non voler discutere con la Svizzera su aspetti quali l’imposta liberatoria fintanto che la Commissione europea non avrà adottato una posizione chiara. Secondo Burkhalter si tratta di una posizione che “può essere capita, ma ciò non significa che non vi sia la possibilità di sbloccare la situazione”.

Secondo il ministro degli esteri, le relazioni tra la Svizzera e l’Italia – con il Ticino in mezzo – possono essere sbloccate soltanto se ciascuno compie uno sforzo. “Se si vuole veramente sbloccare la situazione e intavolare discussioni promettenti sulle questioni fiscali con l’Italia – ha sottolineato Burkhalter – occorre risolvere la problematica dell’imposizione dei frontalieri”. In questo senso, il Consiglio federale invita tutti i partiti a compiere un gesto e “resta ottimista sul fatto che ciò sia possibile”. Per giungere a uno sbocco – ha concluso – “non si deve attendere il primo passo dell’altro”.

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